Piede di Dio di Luigi Sardiello – Italia – 2008 – Durata: 100’

Michele (Emilio Solfrizzi) ha dovuto dire addio alla carriera calcistica a seguito di un grave infortunio subito durante una partita.

Con il conto in banca rosso e Vittoria (Elena Bouryka), la sua compagna, infantile, viziata e capricciosa che gli impone un regime di vita per lui insostenibile, Michele, talent-scout in giro per lo Stivale, scopre, per caso, su una spiaggia Elia (Filippo Pucillo), un diciottenne con un lieve ritardo mentale che fa magie con il pallone e non sbaglia mai un rigore.

Dopo aver convinto la madre Benedetta (Rosaria Russo) a gestire il ragazzo, contatta alcuni tra i procuratori più influenti. Ma il mondo del calcio ha delle regole non scritte e l’impresa si presenta più ardua del previsto. 

Come Joe Morelli, il protagonista de L’uomo delle stelle di Tornatore, girava l’Italia, per offrire a dei “poveracci” l’illusione di entrare a far parte del mondo dorato del cinema, così anche Michele prova a vendere un “sogno” al tenero e disarmante Elia.

Il regista, all’esordio, senza enfasi e svolazzi stilistici, propone un montaggio parallelo tra le gesta calcistiche del giovane campione e quelle di famosi calciatori e lascia che sullo sfondo due eventi “storici” punteggino la vicenda;  la vittoria dell’Italia ai campionati del mondo contro la Francia e lo scandalo di Calciopoli.

Sardiello però spinge un po’ troppo l’acceleratore sulle difficoltà cognitive dell’infelice ed immaturo protagonista e questa sua scelta finisce per rendere poco difendibile l’intero impianto narrativo del film.

Il titolo è un chiaro riferimento a Diego Armando Maradona ed alla sua “mano de Dios”. Ad intrecciare la vicenda un piccolo tributo al mitico Garrincha, la più grande ala destra che abbia mai calcato un campo di calcio.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.