Pollock di Ed Harris – USA – 2000 – Durata 118’

13 Maggio 2024 | Di Ignazio Senatore

Anno 1941. Jackson Pollock, pittore emergente newyorkese, collerico e introverso, prova faticosamente ad emergere.

Gli si presenta,, finalmente, l’occasione di esporre in una collettiva i suoi quadri, accanto a quelli di Picasso e Braque.

Grazie all’aiuto di Lee Krasner (Marcia Gay Harden), giovane pittrice russa, conosce Peggy Guggenheim ed alcuni tra i più famosi galleristi di York.

I suoi quadri, ispirati a un espressionismo astratto, suscitano le controverse attenzioni dei critici, ma Peggy gli commissiona un enorme quadro per la sua nuova casa, lo inserisce nella sua scuderia, gli offre uno stipendio e la possibilità di esporre in una personale.

Al di là di qualche giudizio lusinghiero Pollock è però sempre più in bolletta e l’alcol gli fa spesso compagnia. Sposa Lee, che è sempre al suo fianco, lo sostiene e gli infonde fiducia nei propri mezzi e, per dipingere con tranquillità, si trasferisce con lei a Long Island.

Il successo è alle porte e Pollock, osannato dai critici, inizia a vendere i primi quadri e, intervistato dalla rivista Life Magazine, è definito “il più grande pittore vivente degli Stati Uniti”.

Ma il suo spirito inquieto lo spinge a bere sempre più, e, dopo aver smesso di dipingere, tradisce la moglie con la giovane e sensuale Edith (Jennifer Connelly). Stufa dei continui litigi e nel vederlo perennemente sbronzo, Lee vola alla Biennale di Venezia e Pollock…

All’esordio dietro la macchina da presa, Harris confeziona una pellicola che non si discosta eccessivamente dalla più classica delle rappresentazioni dell’artista “genio e sregolatezza”.

Il regista/attore ricostruisce, infatti, gli ultimi quindici anni della vita e della carriera del pittore americano e lo descrive come un animale in gabbia, insofferente, depresso ed incapace di controllare i propri scatti emotivi.

“Mi sento come un mollusco senza conchiglia” afferma, (non a caso) nel corso del film.

Più che scandagliare la mente del protagonista, Harris, con un’attenzione quasi maniacale, ci mostra la tecnica (l’action painting) utilizzata da 

Pollock nel dipingere i quadri, basata sullo sgocciolamento della vernice sulla tela, posta in terra.

 

Il regista s’ispira alla biografia Jackson Pollock: an amaerican saga di Steven Naifeh e Gregory White Smith e lascia molto spazio alla figura di Lee, una donna dura e aspra, che, per quanto gli neghi il piacere di una paternità e goda di riflesso della sua fama e celebrità, lo incoraggia e lo sostiene.

Non mancano stilettate alla critica, fin troppo paludata e incapace di scorgere, se non dopo anni, la nascita di un innovatore della pittura e di riconoscere a Pollock fama ed onori.

Ottima la musica jazz in sottofondo e l’ambientazione della New York degli anni Quaranta- Cinquanta, ricca di collezionisti e di pittori del calibro di Willem de Kooning (Val Kilmer) e Kenny Sharf (William Baziotes).

Oscar a Marcia Gay Harden come migliore attrice non protagonista.

 

 

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi