Quando l’amore se n’è andato (Where love has gone) di Edward Dmytryk – USA – 1964 – Durata 114’ – V.M 18

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Quando l’amore se n’è andato (Where love has gone) di Edward Dmytryk – USA – 1964 – Durata 114’ – V.M 18
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il colonnello Luke Miller (Mike Connors) eroe di guerra, sposa la scultrice Valerie Hayden Miller (Susan Hayward) figlia della ricchissima Gerald Hayden (Bette Davis). Luke prova a muovere dei passi da solo come imprenditore ma non ha il becco di un quattrino e, deluso ed amareggiato, si da all’alcol.

Valerie si consola tra le braccia di numerosi amanti, i due si separano e la piccola Danielle (Joey Heartherton) è affidata alla madre. Passano gli anni e la quindicenne Danielle uccide, per legittima difesa, Ricky, un uomo senza scrupoli che era l’amante della madre e flirtava contemporaneamente anche con lei.

In un finale dai toni convulsi, Valerie, dopo aver distrutto a forbiciate il quadro che raffigurava la madre, si suicida, piantandosi un coltello nel petto.

Classico dramma dia toni accesi che s’infiamma in un lacrimevole finale. Sin dalle prime battute Luke è descritto come un uomo alla deriva che affoga le proprie frustrazioni nell’alcol e di fronte all’ennesimo bicchiere di whisky, dirà:

Assaporo la droga contro il fallimento. Duecento centimetri cubici quattro volte al giorno, per via orale.” 

Invece di stringere i denti e di lottare, molla tutto, lascia colare a picco il suo matrimonio e priva la tenera e fragile Danielle del suo affetto paterno. Valerie è descritta come una donna dotata di spiccate qualità artistiche ma vessata da una madre dispotica e tirannica che, in virtù della propria invidiabile posizione economica, in casa fa il bello ed il cattivo tempo.

Egoista, capricciosa e viziata, Valerie nutre solo il proprio narcisismo e non degna di uno sguardo sua figlia che, alla dottoressa Sally Jennings (Anne Seymour) psicologa del tribunale minorile, confessa:

Vorrei tornare dieci anni indietro ed avere  un padre ed una madre”.

  Il regista compone un melodramma classicheggiante e nonostante la trama possa sembrare scandalosa lascia fuori campo qualsiasi scena peccaminosa e lascia che l’intera vicenda si dipani a partire da un flashback iniziale. Da un romanzo di Harold Robbins ispirato alla vicenda dell’attrice Lana Turner, di sua figlia Cheryl e del boss Johnny Stompanato.

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