Romance di Massimo Mazzucco – Italia –  1986 – Durata 94’ – V.M 18

20 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore
Romance di Massimo Mazzucco – Italia –  1986 – Durata 94’ – V.M 18
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Giulio (Walter Chiari) si rifugia un paio di giorni in una baita in montagna nei pressi dl Lago Maggiore e prima di morire contatta il figlio Andrea (Luca Barbareschi) che non vede ormai da anni. Giulio è un irregolare, anarchico e gaudente ed anni addietro aveva abbandonato la moglie perché aveva smesso di amarla. Andrea è il suo opposto; impiegato conformista, ordinario ed ipocrita si divide tra il lavoro, la moglie (Patrizia Fachini) i figli ed il classico stuolo di amanti. Dopo le iniziali diffidenze, qualche piccola incomprensione ed un fiume di accuse, padre e figlio si confrontano e viaggiano a ritroso nel tempo, tra i ricordi del passato, cementando e rinsaldano il loro rapporto.

Film sui guasti dell’incomunicabilità generazionale, su quei solchi che si scavano tra un genitore ed un figlio e che, spesso, solo il tempo riesce a ripianare. In luogo di un figlio ribelle che prova a scardinare le ataviche difese del padre ed aiutarlo ad abbandonare sicurezze e convenzioni, il regista inverte i ruoli e, sin dalle prime battute, fa spudoratamente il tifo per Giulio, genitore aspro, ruvido ma con lo zucchero nel cuore.  Nel corso della narrazione s’intuisce che, solo grazie all’incontro con il padre, Andrea riuscirà a fare i conti con se stesso ed a rimettere ordine nella propria grigia e metodica esistenza. Sin dalle prime battute del film il regista lo descrive come un uomo mediocre ormai privo d’interessi e che ad un suo amico confessa: “Mi sveglio al mattino e mi sento benissimo. Mi sembra di iniziare una giornata tranquilla, lineare. Vado a lavorare poi man mano mi cambia qualcosa dentro, come un’insofferenza. Allora si allontana la casa, i bambini, mi sembra di non abitare neanche più lì. Mia moglie sempre eguale con i suoi fare da mangiare, mettere a letto i bambini, serena, lei che fa la brava madre che mi guarda, mi sorride. Lei è così, vorrei che facesse delle cose…”   L’incontro con lo scapestrato genitore gli farà comprendere che la vita va vissuta fino in fondo e che non è possibile mettere bavagli e museruole alle proprie emozioni. Nel finale consolatorio Andrea prova a guardarsi dentro e, con rinnovate energie, s’immerge nel rapporto con la moglie ed i figli. Mazzucco lascia sullo sfondo l’imminente morte di Giulio e senza mai virare nel sentimentalismo, ci mostra anche la madre di Andrea, ormai indementita ricoverata in una casa di cura per anziani.

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