Splendore nell’erba di Elia Kazan – USA- 1961- Durata 124’

17 Marzo 2019 | Di Ignazio Senatore
Splendore nell’erba di Elia Kazan – USA- 1961- Durata 124’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Stati Uniti, 1928. Bud e Deannie sono due giovani studenti che si amano alla “follia”. Lui è succube del padre (un ricco petroliere vischioso ed intrusivo); lei, una ragazza ossessionata dalla madre che le ricorda quotidianamente di arrivare “vergine” all’altare. La scuola è l’unica oasi nella quale i due ragazzi possono rifugiarsi e sottrarsi, al lento ed inesorabile lavoro ai fianchi dei genitori. Una sola voce si stacca dal coro; è quella di Virginia, la sorella di Bud, una ragazza anticonformista ed un po’ troppo “vivace” che con il suo atteggiamento “disinibito” e “sfrontato” cerca, inutilmente, di richiamare l’attenzione del padre. Ma il vecchio genitore non ha occhi che per Bud, il suo unico gioiello, il “campione della scuola” che “non lo deluderà”.

Bud, ossessionato sempre più “dall’odore del sesso” prova a sedurre Deannie ma è ripetutamente respinto. Su consiglio del padre, per scaricare i bollori, la molla e si lancia alla ricerca di ragazze facili, “moderne” e disinibite. Deannie, non regge al colpo e s’isola dal mondo esterno. Una sera si lascia convincere e va ad una festa dove incontra Bud. Nel tentativo disperato di riconquistarlo si “offre” a lui ma il ragazzo, frastornato e confuso, la rifiuta. Deannie, sconfitta e delusa, tenta il suicidio ed é ricoverata in una casa di cura. Intanto Bud, intanto, è obbligato dal padre ad iscriversi all’università ma diserta costantemente le lezioni e finisce con l’innnamorarsi di una ragazza italiana che lavora in una pizzeria. Deannie è dimessa (dopo due anni e mezzo), torna a casa e scopre che Bud è sposato, è padre di un bambino e fa l’agricoltore; non le rimane che sposare un dottore che ha conosciuto in clinica.

Commento: Con questo dramma borghese, tipico degli Anni Sessanta, Elia Kazan vuole offrirci uno spaccato della provincia americana degli Anni Venti, sessuofobica ed attanagliata dalle convenzioni sociali. La crisi economica del ventinove fa da sfondo all’intera vicenda e per quei genitori che hanno anteposto il denaro alla felicità dei figli, non ci sarà scampo; il papà di Bud si suiciderà (a seguito del crollo della Borsa) ed i genitori di Deannie dilapideranno il loro patrimonio per poter curare la figlia. Il regista (spia maccartista ai tempi della “caccia alle streghe) pennella d’eventi tragici il film (Virginia, ad esempio, muore in un incidente d’auto) puntando ad inondare (fin troppo) di lacrime le guance dello spettatore. Il titolo rimanda ad una poesia di William Wordswort ed allude alle speranze e agli ideali che i giovani devono abbandonare una volta divenuti adulti. Warren Beatty, alla sua prima apparizione sullo schermo sembra un pesce lesso; Natalie Wood offre, come suo solito, una recitazione intensa e calibrata. Oscar a William Inge per il soggetto e la sceneggiatura originale.

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