Tempesta di ghiaccio (The ice storm) di Ang Lee – USA – 1997 – Durata 113’

22 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore
Tempesta di ghiaccio (The ice storm) di Ang Lee – USA – 1997 – Durata 113’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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A New Canaan, piccola cittadina del Connecticut, Ben Hood (Kevin Kline) vive con la moglie Helena (Joan Allen) e con i suoi figli, l’inquieta ed insicura Wendy (Christina Ricci) e l’introverso ma sensibile Paul (Tobey Maguire). Ben ha una relazione con Janey Carver (Sigourney Weaver) sua vicina di casa, una donna algida ed anaffettiva sposata con Jim (James Sheridan) e madre di due bambini. Helena è sempre più convinta che il marito le nasconde qualcosa ma, dopo aver negato a se stessa la realtà, accetta di andare con lui ad un ‘key party’, una festa a casa di una delle loro vicine dove, a fine serata, le donne pescano in una zuppiera le chiavi di un auto ed, a fine serata, vanno a letto con il proprietario della vettura. Janey sceglie volutamente un altro partner e Ben, già mezzo sbronzo, deluso, non regge il colpo e crolla sul pavimento. Le altre donne hanno già scelto i loro partner ed Helena e Jim si ritrovano da soli e, dopo alcuni tentennamenti, mimano, controvoglia, delle patetiche effusioni amorose. Ma è in atto una tempesta di ghiaccio che trancia un filo della luce e fulmina sul colpo uno dei figli di Jim che è soccorso, inutilmente, da Ben. Gli Hood ed  Carver si ritrovano uniti nella tragedia e comprendono (forse) il vero valore della vita.

Il regista di Taiwan ambienta la vicenda nel novembre 1973 e nei giorni caldi in cui l’America era alle prese con lo scandalo Watergate  E mentre sullo sfondo si agitano le pietose bugie di Nixon, nella piccola cittadina del Connecticut sfilano le umane tragedie di due perbeniste famiglie  borghesi allo sbando, attanagliate da ipocrisie, incomprensioni e da squallidi tradimenti.

In questo dolente e spiazzante affresco della middle class americana, Ang Lee non risparmia nessuno; e se da un lato sfilano Ben, un uomo depresso e senza spina dorsale ed Helena una donna cupa ed introversa, dall’altro compaiono Wendy, sola ed infelice, tormentata dal desiderio di avere i primi approcci sessuali e Paul, un ragazzino emotivamente distante dalla famiglia. A ben vedere, forse l’unico personaggio convincente è proprio la spregiudicata e risoluta Janey, una donna decisa che sa il fatto suo e che ha improntato la relazione con Ben solo sul sesso e lo pianta in asso ogni qual volta lui non rispetta il suo ruolo d’amante ed inizia a lamentarsi e ad a confidarle tormenti ed affanni. A dispetto di una trama che può sembrare ad alta gradazione erotica, il film non concede un centimetro di nudità e le scorribande amorose dei partecipanti al “key party”, completamente off, sembrano solo un disperato tentativo di affrancarsi da una noia che li assale. Il film non è esente da pecche; il ritmo è lento, le divagazioni narrative legnose e prevedibili e la tempesta di ghiaccio che travolge la piccola cittadina sembra una metafora fin troppo pallida e banale per descrivere la piattezza emotiva che attanaglia i protagonisti. Premio come migliore sceneggiatura al Festival di Cannes (1997). Da un romanzo di Rick Mody.

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