The Bourne identity di Doug Liman con – Germania – 2002- Durata 119’

Un giovane (Matt Damon) ridotto in fin di vita, è salvato da un peschereccio italiano al largo delle coste francesi e curato da Giancarlo (Orso Maria Guerini) un marinaio che gli estrae due pallottole dalla schiena. Al risveglio lo sconosciuto non ricorda più nulla ed, inutilmente, nel giorni successivi, cerca di pescare qualcosa dal magazzino della propria memoria. Messo piede a terra segue una flebile traccia che lo conduce a Zurigo, dove scopre in una cassetta di sicurezza una pistola, sei passaporti di diversa nazionalità con la propria foto ed un mucchio di denaro. Inseguito da alcuni uomini armati, in cambio di un bel gruzzoletto, chiede uno strappo a Parigi a Marie (Franka Potente) una giovane tedesca anche lei nei guai. Nel corso del film lo sconosciuto scopre di chiamarsi Jason Bourne, di essere un agente della CIA e finisce per smascherare chi muoveva i fili per eliminarlo.

Il regista parte da un espediente drammaturgico non certo originale (la perdita di memoria del protagonista) e piuttosto che regalarci le riflessioni di Bourne sulla propria identità perduta e sul proprio passato ormai ridotto in polvere, ci mostra il classico spy-movie infarcito di folli inseguimenti in auto, di scazzottate e di qualche colpo di pistola di troppo. Bourne è una vera e propria macchina da guerra  ma s’intenerisce quando scopre che

 Nykwana Wombosi (Adewale Akinouoye- Agbaje) il bersaglio che doveva eliminare per conto della CIA è sin compagnia dei suoi bambini. La pellicola ha avuto due sequel The bourne supremacy nel 2004 e nel 2008 con The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo dirette entrambi da Paul Greengrass e con lo stesso Matt Dillon nei panni del protagonista. Dal romanzo omonimo di Robert Ludlum.