Vittime di consorti asfissianti e di figli capricciosi e viziati, Antonio Vignarello (Totò) ed il ragioniere Peppino Caprioli (Peppino De Filippo) sono ricoverati in manicomio. Entrambi raccontano allo psichiatra (Aroldo Tieri) le loro disavventure ed il dottore, dopo aver sentito le loro ragioni, li dimette e ricovera i loro familiari.
Il film, spassoso e divertente, è velato un attacco contro lo sfrenato consumismo, la piatta omologazione e le (finte) iniziative benefiche. L’ambientazione nel manicomio è solo un pretesto narrativo per permettere ai due poveri protagonisti di raccontare allo psichiatra le tribolazioni che sono stati costretti a subire per colpa delle loro mogli nevrotiche ed asfissianti e dei loro figli scapestrati. Mattoli fa un costante uso del flashback e lascia che i due protagonisti racconttino all’attento psichiatra le loro disavventure. Da segnalare la divertente sequenza del capoufficio (Mario Riva) che sfrutta l’ingenuità e la disponibilità del povero ragioniere Caprioli a cui, con la scusa di aiutarlo a coltivare un hobby e di insegnargli il bricolage, gli fa attintare il proprio appartamento. Piccole partecipazioni di Renato Carosone e Johnny Dorelli.
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