Ultimo minuto di Pupi Avati – Italia – 1987 – Durata: 90’

30 Aprile 2022 | Di Ignazio Senatore
Ultimo minuto di Pupi Avati – Italia – 1987  – Durata: 90’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Walter Fabbroni (Ugo Tognazzi), manager per anni di una squadra di calcio, fine conoscitore del sottobosco che popola del mondo del pallone, per permettere alla compagine di rimanere a galla e di non retrocedere, non ha lesinato di far qualche “favore” a presidenti, manager e procuratori avversari.

Di Carlo (Lino Capolicchio), il nuovo presidente della società, vuole fare pulizia e non amando i suoi metodi disinvolti, lo licenza su due piedi.

La squadra però naviga in bassa classifica, anche per colpa di Corti (Luigi Diberti), allenatore di scarsa personalità. Richiamato di gran corsa dal presidente, Fabbroni esautora l’allenatore, decide al posto suo la formazione da mettere in campo e rimette in riga l’intero ambiente.

Sua figlia Marta Elena Sofia Ricci è però innamorata di Boschi (Massimo Bonetti), centravanti discontinuo e discusso della squadra. Fabbroni lo reintegra in rosa e punta sul suo recupero. E’ imminente la partita decisiva che decide le sorti della squadra. E se fosse il giovane Paolo Tassoni (Marco Leonardi), scoperto dal talent scout Duccio (Diego Abatantuono) a sollevare le sorti della squadra?

Avati firma uno dei più bei film italiani sul calcio e sceglie di non mettere al centro della narrazione il classico giocatore che segna gol a raffica o il supertifoso che segue ovunque la propria squadra del cuore, ma un oscuro e navigato dirigente, che lavora nell’ombra per sbrogliare le grane che scoppiano all’interno dello spogliatoio, per mantenere i buoni rapporti con la stampa e tenere testa ad un presidente inesperto e fin troppo pieno di sé.

Sin dalle prime battute si intuisce che Avati più che narrare il lato “oscuro” del mondo del calcio, vuole raccontare la storia di un uomo che non è sotto i riflettori, ma che è l’anima pulsante di una squadra, nella quale si identifica totalmente, al punto da viverla come una parte imprescindibile di sé.

Fabbroni non è un arrampicatore sociale che punta ad arricchirsi, né tantomeno un dirigente che scende a compromessi con la morale per ottenere dei vantaggi personali; il suo unico obiettivo è quello di mantenere in alto la squadra nella quale, narcisisticamente, si specchia.

Un monumentale Tognazzi regge da solo il film ed è magistrale nel donare al suo personaggio un tocco di disperata, malinconica e spiazzante umanità.

Non sfigurano al suo fianco alcuni degli attori feticci di Avati (Capolicchio, Novecento, Abatantuono), e la giovane Elena Sofia Ricci. Immancabile, come anche negli altri film del genere, il riferimento a giocatori corrotti che si vendono le partite.

Come riportano i titoli di coda hanno collaborato al film Enrico Ameri, Aldo Biscardi, Ferruccio Gard, Mario Giobbe, Enrico Mentana e Michele Plastino.

 

 

 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

 

 

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