Un padre in prestito di Chris Menges G.B – 1994

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Un padre in prestito di Chris Menges  G.B – 1994
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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John (Keith Allen) fugge dal carcere per trascorrere qualche giorno con il figlio James (Chris Clearly Miles) un bambino di dieci anni e se ne ritorna, poi, in prigione. Graham John Holt (William Hurt), un quarantaduenne scapolo, direttore delle poste di un piccolo villaggio, che assiste amorevolmente l’anziano padre adottivo immobilizzato a letto, decide di prendersi cura di James. I due iniziano a frequentarsi ed il ragazzino, cresciuto con il mito del padre, gli dà presto del filo da torcere. John, affetto da AIDS, esce dal carcere e Graham lo ospita a casa sua. Dopo la sua morte il rapporto tra James e Graham si rinsalderà definitivamente.

Con tocco sensibile e delicato, Menges ambienta la vicenda nel Galles e, senza puntare al melò, ci mostra i due infelici, irrequieti e tormentati protagonisti, vittime entrambi di un passato difficile da dimenticare e con alle spalle una vita priva d’affetti e di relazioni significative.

Graham, chiuso, introverso e perennemente imploso in se stesso, dopo la morte della madre adottiva, avvenuta un anno e mezzo prima, ha mal digerito di essere stato allevato da due genitori distanti ed anaffettivi che non si sono mai realmente interessati a lui. Alla volontaria dei servizi sociali che gli chiede di descrivere la propria infanzia, laconicamente, risponde: “Non c’è molto da dire.Ho avuto un’infanzia asettica, piuttosto pulita, con un cambio tassativamente quotidiano della biancheria intima.” James, dal canto suo, é un bambino precocemente adultizzato, costretto, suo malgrado, a dover fare i conti con la dura realtà; la madre si era suicidata quando lui era piccolissimo ed il padre, seppur premuroso e protettivo, mettendosi nei guai con la giustizia, lo aveva, di fatto, costretto a vivere senza il suo affetto. Il regista sceglie una narrazione pacata e senza scatti e l’ammanta di un tocco melanconico ed intimista. Da segnalare la tenera e disarmante modalità con la quale l’impacciato e timido Graham, nel corso del primo incontro, prova ad agganciare il piccolo James: “Se tu sei d’accordo io vorrei darti una vera casa e baderei a te. E’ tempo che la tua vita sia un po’ più facile ed un po’ più  felice. Mi hai sentito? Cerchiamo di vederla come una società vera e propria. Io voglio un figlio e tu hai bisogno di…di qualcuno, di una persona che si prenda cura di te. Ma la società potrà funzionare solo se è questo quello che vuoi.”  Il regista, ex fotografo, non è Antonioni ma lascia che i paesaggi descrivano gli stati d’animo dei personaggi. Tratto da un romanzo di David Cook

 

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