Un tranquillo posto di campagna di Elio Petri – Italia – 1968 – Durata 116’

25 Aprile 2024 | Di Ignazio Senatore
Un tranquillo posto di campagna di Elio Petri – Italia – 1968 – Durata 116’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Leonardo (Franco Nero) è in piena crisi creativa. Per aiutarlo a ritrovare l’ispirazione Flavia (Vanessa Redgrave), cinica mercante d’arte, nonché sua amante, accetta che lui si trasferisca in una villa veneta abbandonata, arricchita dagli affreschi del Tiepolo.

Leonardo scopre che la dimora era di proprietà di Wanda (Gabriella Grimaldi), una contessina diciassettenne, giovane e disinibita, uccisa venticinque anni prima nel ‘48.

Il fantasma della donna si aggira nella villa e Leonardo decide di incontrare la madre della ragazza, una donna anziana, ridotta in miseria, che vive in una villa disadorna e abbandonata.

Trasformatosi in detective, Leonardo ricostruisce la vita dissipata della contessina e va alla ricerca dei suoi spasimanti.

Ogni qual volta Flavia si presenta nella villa, accadono però degli strani incidenti e Leonardo, che ha ormai smesso di dipingere, vittima di allucinazioni, inizia a colorare di rosso gli alberi del giardino che circondano la villa.

Una sera invita nella villa alcuni abitanti della cittadina e chiede ad un medium di evocare lo spirito di Wanda che si manifesta, creando scompiglio tra i presenti.

Ricoverato in manicomio, sospeso tra incubi e realtà, Leonardo ritrova la vena artistica, e in cambio di riviste osè, che gli fornisce un infermiere, complice dell’astuta e cinica Flavia, continua a sfornare quadri che lei vende, arricchendosi alle sue spalle.

Pellicola sull’alienazione dell’artista, insolita nel panorama italiano dell’epoca, che non risparmia attacchi alla società consumistica e alla mercificazione dell’arte.

Leonardo è descritto come un esponente della pop art e dell’arte informale, alla ricerca di uno stile personale che, trasferitosi nella villa, è attratto irresistibilmente dal fascino della contessina, una ragazza eccentrica e anticonformista, che, in barba ai pettegolezzi del tempo, conduceva una vita gaudente, condita da qualche vizietto di troppo.

Ossessionato dall’idea di voler tradurre nei suoi quadri la stessa libertà e spregiudicatezza di Wanda, Leonardo finirà per impazzire. Petri (Il maestro di Vigevano, Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso….) ritrae Leonardo mentre dipinge freneticamente i suoi quadri, utilizzando una tecnica che rimanda all’action painting e alla body art (i quadri sono di Jim Dine).

In bilico tra il thriller, il gotico e la ghost-story, il regista fa uso degli stilemi del genere (rumori sinistri, un gatto che miagola, una porta che cigola, pezzi di mura che crollano all’improvviso…) per sottolineare che questi strani fenomeni sono messi in campo dal fantasma di Wanda che considera Flavia un’intrusa.

A rendere ancora più inquietante la pellicola, l’estraniante e stridula colonna sonora di Ennio Morricone.

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