Una moglie di John Cassavetes – USA – 1974

26 Gennaio 2025 | Di Ignazio Senatore
Una moglie di John Cassavetes – USA –  1974
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Esuberante, piena di vitalità e un po’ stramba, Mabel (Gena Rowlands), madre di tre bambini, è sposata con Nick Longhetti (Peter Falk), uoperaio di origine italiana, dai modi rudi e grossolani.

Nick le ha promesso una serata speciale e lei, per l’occasione, dopo aver spedito i tre pargoletti a casa della madre, si trucca e lo aspetta con trepidazione. Nick ha un problema sul lavoro e le comunica che può rientrare solo al mattino.

Delusa e depressa, Mabel va in crisi, entra, allora, in un bar, rimorchia uno sconosciuto, lo porta a casa e ci finisce a letto. Al mattino, si rende conto dell’errore e, sommersa da tic. inizia a dare di matta.

Nick rientra a casa con la squadra con cui lavora e Mabel, inizia a scherzare con un operaio. Il suo modo di relazionarsi, fin troppo schietto e esuberante, rischia di metterlo in imbarazzo. Nick, dopo averle suggerito di dare un taglio alle sue battute, per farla smettere, è costretto a urlare.

Qualche giorno dopo, Mabel ospita in casa degli amichetti dei suoi bambini, ma quando Harold (Mario Gallo) va a riprendersi i figli, li trova che girano mezzi nudi per casa.

Nick ama profondamente Mabel e le chiede di essere emotivamente più controllata e di frenare i suoi comportamenti infantili e bizzarri. Non sapendo più come comportarsi, spinto da Margareth (Katherine Cassavetes), la madre, decide di ricoverarla in manicomio e, da buon padre, si prende cura dei bambini.

Dopo essere stata sottoposta ad ESK e a un ricovero di sei mesi, Mabel torna a casa come un cane bastonato, completamente imbambolata e spezzata dentro.

Diretto con stile semplice, asciutto e deciso, il film, intenso e vibrante, spruzzato di amara e melanconica rassegnazione, ruota intorno ai due protagonisti, dal carattere opposto. Mabel, creatura fragile e imprevedibile, incapace di contenere la propria gioia di vivere, non riesce a mettere dei lacci alla sua naturale impulsività.

Nick è, invece, sebbene rozzo e istintivo, è una persona concreta, con i piedi per terra. Cassavetes lascia completamente fuori campo le scene del ricovero in manicomio e mostra Mabel che ritorna a casa, dopo essere stata dimessa dalla clinica, confusa, spenta e smarrita.

Nick legge nei suoi occhi il suo profondo malessere e, in maniera calda e affettuosa, per rassicurarla, le dice: ”Non potrai mai fare niente di sbagliato. Sii te stessa. Questa è casa tua. Andassero tutti al diavolo. Devi essere te stessa. Coraggio.”.

Sullo sfondo la gelida figura della madre di Nick che non solo disprezza Mabel, ma suggerisce al figlio il suo ricovero in manicomio. Cassavetes (Volti, Mariti, Minnie e Moskowitz, La sera della prima, Gloria…) dosa bene i tempi della narrazione e regala allo spettatore due scene da antologia; Mabel danza nel giardino di casa con i bambini sulle note de Il lago dei cigni di Cajkovskij e quella che precede il suo ricovero in manicomio.

Il titolo originale è un modo tipico per definire chi alza troppo il gomito. Due Nomination all’Oscar.

Curiosità: il bambino che non trova le scarpe è Nick, il figlio del regista.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi