Veloce come il vento di Matteo Rovere – Italia – 2015 – Durata 119’

2 Giugno 2022 | Di Ignazio Senatore

Grazie a Mario (Giuseppe Gaiani), il padre che le insegna i trucchi del mestiere, Giulia De Martino (Matilda De Angelis), promettente e talentuosa pilota della Formula Gran Turismo, sta acquisendo, corsa dopo corsa, sempre più fiducia in se stessa e nei propri mezzi. Non avendo sponsor,  per permetterle di correre in pista, Mario ipoteca la propria casa e firma un patto scellerato con il ricco e cinico Ettore Minotti (Lorenzo Gioielli), proprietario di una scuderia di auto da corsa. Mario muore d’infarto e Giulia, non solo si ritrova a prendersi cura del piccolo e fragile fratellino Nico (Giulio Pugnani) ma, per riscattare l’ipoteca, non ha altre possibilità che vincere il campionato nazionale di categoria. Ma la concorrenza è agguerrita e Giulia, seppur assistita dal fido Tonino (Paolo Graziosi), riesce ad ottenere solo dei piazzamenti onorevoli. Loris (Stefano Accorsi), fratello di Giulia, ex campione di corsa, soprannominato “il ballerino”, tossicodipendente di lunga data, alla morte del padre, si presenta a casa sua con Annarella (Roberta Mattei), la sbandata e sciroccata fidanzata. Con Giulia sono subito scintille ma, dopo mille incomprensioni, Loris le insegna come tagliare le curve, affrontare i cordoli, sterzare e scalare le marce. Ma il Fato ci mette lo zampino e toccherà a Loris cavare le castagne dal fuoco e partecipare all’Italian Race, una corsa “folle” e “pericolosa”, alla quale partecipano solo dei piloti “disperati”

Alla terza regia Matteo Rovere fa centro ed impagina un film d’alta qualità, che regge tutto sull’autentica, coinvolgente ed appassionata interpretazione di uno Stefano Accorsi irriconoscibile (spettinato, dimagrito, sdentato e vestito come un clochard), mai così bravo. In maniera anche un po’ scolastica, contrappone alla determinazione e caparbietà di Giulia, l’autodistruttività di Loris, un tossico spiantato ed inaffidabile che, solo sul finale, dopo essere stato abbandonato da Annarella, proverà nuovamente l’ebbrezza della guida. Il regista rispetta i codici del cinema di genere e mostra diverse scene con i temerari piloti, pronti a sfidare in pista la morte, con le auto che sfrecciano a folle velocità. Ma a ben vedere, più che le spericolate accelerazioni, le sterzate improvvise e gli adrenalinici sorpassi a rotta di collo, a Rovere (che s’ispira ad una storia vera) interessa offrire il riscatto di una famiglia romagnola, che lotta con le unghie e con i denti, per cercare di rimanere unita e compatta, riscattando la casa paterna. Nastri d’argento 2016: Stefano Accorsi (Miglior attore protagonista), Gianni Vezzosi (miglior montaggio),  Matilda De Angelis (Premio Guglielmo Biraghi per attori più giovani), Francesca Manieri (Nuovi sceneggiatori).

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

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