150 milligrammi (La fille de Brest) di Emmanuelle Bercot – Francia – 2016 – Durata 128’

Irène Frachon (Sidse Babett Knudsen), pneumologa di un ospedale a Brest, scopre che troppi pazienti stanno morendo per dei danni alle valvole cardiache ed individua un legame tra i decessi e la somministrazione del “Mediator”, un farmaco commercializzato da oltre trent’anni.

Dopo aver chiesto conforto ai colleghi con i quali lavora, chiede al dottor Antoine Le Bihan (Benoît Magimel), un famoso epidemiologo, di elaborare un articolo scientifico che dimostri la tossicità del farmaco.

I due devono però fare i conti con i tromboni dell’Agenzia del Farmaco e, soprattutto, con gli squali del colosso della casa farmaceutica che, per evitare che il farmaco venga ritirato dal commercio, cercano di insabbiare le accuse.

L’ostinata dottoressa pubblica un romanzo che narra l’incredibile vicenda e, al suo fianco, trova un giovane e battagliero avvocato che prova a far risarcire i pazienti dei danni subiti.

Ispirato alla vita della dottoressa Irène Frachon, il film è l’eroico racconto di un’oscura pneumologa che si batte come un leone per salvaguardare la salute dei pazienti.

Come per ogni film d’impegno civile, la regista sceglie un taglio realistico che appassiona e intriga ma che ha come tallone d’Achille una struttura narrativa a tesi e che, fin dalle prime scene, mostra i buoni da un lato e i cattivi dall’altro.

Il titolo fa riferimento ai milligrammi del farmaco che i pazienti devono assumere.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024