Barbara Bouchet, pseudonimo di Barbel Gutscer, è una delle regine dei B-movie italici, ha ricevuto ieri il premio alla carriera all’Ischia Film Festival, ideato e diretto da Michelangelo Messina. Per l’occasione è stato presentato “Calibro 9”, diretto da Toni D’Angelo, sequel del celebre “Milano calibro 9” di Fernando Di Leo, girato nel ’72, che vedono entrambi l’attrice di origine tedesche nei panni di una delle protagoniste. Emozionata a interpretare nuovamente lo stesso personaggio?
“In questo suo film sono diventata la proprietaria del locale che gestisco con mio figlio. Se in “Milano calibro 9” ero spietata e facevo addirittura ammazzare Gastone Moschin, in questo di Toni sono fatta letteralmente a pezzi. In “Milano calibro 9” c’è una scena diventata di culto, dove ballo su un cubo. Ho chiesto a Toni di non farmela rifare a distanza di quasi 50 anni.”
Un film, quello di Di Leo, osannato da Quentin Tarantino che la eletta come sua Musa
“Con Quentin ho un rapporto conflittuale. Quello che non sopporto di lui è che concorda con me degli appuntamenti e poi non si presenta. E un po’ viziato e crede di poter permettersi ogni cosa. Non ci parliamo per un anno e poi mi richiama . E’ fatto così. Dopo aver visto “Milano calibro 9” mi chiese se per quella scena che ballavo sul cubo avessi preso delle lezioni di ballo. Gli risposi che mi ero fatta semplicemente trascinare dalla musica.”
Come mai non le ha chiesto di recitare per lui?
“Una giorno mi chiama la sua segretaria e mi chiede se so parlare in francese. Io conosco tre lingue; il tedesco, l’inglese e l’italiano. Provai a memorizzare qualche battuta e non funzionava. Il film era “Bastardi senza gloria”. Dopo che uscì il film mi disse: “Mi fa piacere che non hai accettato quella parte. Il film era troppo lunga e l’ho dovuta tagliare. E allora mi sono chiesta: “Perché mi offri un ruolo che puoi anche tagliare?”
Nella sua carriera ha recitato in un centinaio di film. Qualche rimpianto?
“De Sica mi chiamò e feci un provino per “Il giardino dei Finzi Contini”. Ero così emozionata…Mi sono impappinata e non riuscii a concentrarmi. Peccato. Ma non rimpiango nessun film che ho fatto neanche quelli nei quali mi sono spogliata.”
Ha raccontato che dopo aver lavorato in America con dei registi del calibro di Jack Arnold e Otto Preminger, in un famoso 007 James Bond Casino Royale, quando è venuta a lavorare in Italia, l’ìmpatto è stato quasi traumatico.
“In America c’era una sorta di sacralità del set. Non volava una mosca. In Italia, invece, mentre stavi recitando si sentiva quello che diceva: “Ma che si mangia a pranzo?” o c’era un manovale che martellava. Ero sconvolta e perdevo le battute. Mi dicevano: “Non ti preoccupare, tanto verrai doppiata. Puoi anche contare. L’importante è che rispetti i tempi delle battute.”
E’ ricordata per i ruoli nelle commedie sexy all’italiana ma credo che la sua interpretazione più intensa sia stata in “Valeria dentro e fuori” di Brunello Rondi
“E’ un film al quale tengo molto perché recitavo senza trucco e interpretavo una pazza che finiva in una clinica per malattie mentali. Ho trascorso alcuni anni bui della mia vita e quello che mi ha salvato è stata la pittura.”
Ha sposato un napoletano….
“Amo tutto di Napoli; la lingua, l’accento, la cucina….”
Il suo prossimo film?
“Una famiglia mostruosa” per al regia di Volfango De Biasi. Sono un fantasma fidanzata con Pippo Franco….”
Intervista in data 28-6-2021
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