Sessant’anni fa Ettore Maria Fizzarotti girò a Napoli «Non son degno di te», uno dei «musicarelli» più famosi. Protagonista Gianni Morandi, all’apice del successo. Il cantante bolognese, al tempo, infatti, era così famoso che, quando fu spedito a Pavia per il servizio militare di leva, non poteva uscire dalla caserma perché ad aspettarlo c’erano migliaia di fan. Per incontrare la moglie, l’attrice Laura Efrikian, doveva uscire nascosto da un passo carraio secondario, in una giardinetta, messa a disposizione per lui.
Il regista Fizzarrotti, che aveva già diretto Morandi l’anno precedente nel film «In ginocchio da te», conferma Napoli come capitale dei «musicarelli» ripropose lo stesso cast e affidò a uno stuolo di caratteristi napoletani (Giacomo Furia, Carlo Croccolo, Carlo Taranto, Dolores Palumbo) il compito di rendere frizzante una trama, a dire il vero, un po’ esile e sonnecchiante. Al loro fianco, sfilano, i navigati Gino Bramieri, Raffaele Pisu, Vittorio Congia, Aroldo Tieri, Enrico Viarisio, e Ave Ninchi.
La trama, che prende spunto dalla famosa canzone che dà il titolo al film, si dipana a partire dai preparativi per il fidanzamento ufficiale tra Gianni Traimonti (Gianni Morandi), militare di leva a Napoli, e Carla (Laura Efrikian), figlia del maresciallo Todisco (Nino Taranto).
Gianni si reca a Roma per incidere il suo primo disco con l’Rca, etichetta discografica leader al tempo in Italia. In sua assenza, Carla incontra Giorgio (Lena von Martens), commilitone dello stesso battaglione di Gianni, figlio di un armatore milionario. Giorgio le fa una corte discreta a Carla e, per espugnare il suo cuore, le spedisce ogni giorno un’orchidea.
Carla è confusa, ma accetta di incontrare Giorgio per rivelargli che, seppur lusingata dalle sue attenzioni, è innamorata di Gianni. Prima di salutarsi, Giorgio le ruba un bacio furtivo e Gianni, che, rientrato a Napoli, assiste, nascosto, alla scena, rompe il fidanzamento. L’happy end chiude la vicenda.
Gustoso l’aneddoto raccontato dalla stessa Efrikian: «Il produttore Gilberto Carbone, era un napoletano superstizioso e sosteneva che portavo fortuna e che dovunque mi mettesse il film faceva faville. Come attori i cantanti erano pessimi. Gianni aveva un forte accento bolognese e aveva la tendenza a stare gobbo e gli dicevano sempre: “Stai diritto!”. Quando li facevo pensavo che questi film fossero orribili. Li facevo per amore di Gianni. Oggi rivedendoli non sono poi così brutti».
Gustavo Lombardo, coproduttore anche lui napoletano del film, qualche anno fa dichiarò: «Allora c’era un pubblico che andava nelle sale. Se confrontassimo le presenze in sala di allora e quelle di oggi, credo che “Non son degno di te” ha avuto, forse, più spettatori di “Indiana Jones” ai nostri giorni».
Il film risente dell’usura del tempo ma, nel complesso, è tenero e delicato e rispecchia perfettamente quel clima casto e innocente che si respirava in quegli anni.
Laura Efrikian, con suo faccino acqua e sapone, è deliziosa. Morandi, se la cava, grazie alla sua travolgente simpatia, e canta alcune sue hit di quegli anni: «In ginocchio da te», «Per una notte no», «È colpa mia» e sul finale, naturalmente, «Non son degno di te». Last but not least, la colonna sonora del film è di Ennio Morricone.
Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 14-3-2025
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