“Ma voi non vi arrendete mai? Lasciate stare, padre. O facite o’ prevete quieto dint’a chiesa oppure, facite o rivoluzionario, e vedete quello che vi succede”, gli dice a muso duro Saverio, adolescente allo sbando, arruolato dalla camorra. “Vedi un presidio, senti la presenza della polizia, dello Stato? Noi qui siamo abbandonati.”, gli fa eco, Don Antonio, ex prete della parrocchia. Ma Giuseppe, sacerdote trasferito in un comune della sua terra, non vuole piegare la testa, chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie. E prova, con tutte le proprie forze ad opporsi a minacce e soprusi, a dar credito alla madre di una ragazzina abusata, che tutti in paese vogliono fare passare per pazza, ed a liberare il campetto di calcio dove i ragazzi non possono più giocare perché, per un capriccio del boss locale, è “parcheggiata” una capretta.
Un film rigoroso quello di Vincenzo Marra, asciutto, palpitante, commovente, che si rivolge ai cattolici e non, e che lascia intendere come la Chiesa, negli anni, piuttosto che schierarsi al fianco degli ultimi, abbia colluso con la criminalità, pur di non esporsi e non perdere quei fedeli che, per salvare la faccia, ogni domenica vanno a messa.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema – N 213- Settembre- Ottobre 2018
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