La donna dai tre volti di Nunnally Jonhson – USA – 1957

5 Gennaio 2019 | Di Ignazio Senatore
La donna dai tre volti di Nunnally Jonhson – USA – 1957
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Il film si apre con l’apparizione di Alistair Cooke, un noto giornalista e commentatore televisivo americano che informa lo spettatore che la storia che ci apprestiamo a vedere non è frutto della fervida fantasia di uno sceneggiatore ma è tratta da una storia vera. Nel corso del film, lo stesso Cooke, “ridotto” a voce fuori campo, c’informa sugli sviluppi della vicenda, scandendo i tempi della narrazione.

Eva White (Joanne Woodward) è una giovane e timida casalinga americana, madre di Bonnie, una bambina paffutella e dai capelli ricci e sposa di Ralph (David Wayne), un uomo irascibile e non più giovanissimo. La donna inizia a soffrire di forti mal di testa e di strane amnesie lacunari e si reca da uno psichiatra, il dottor Luther per le cure del caso. La voce fuori campo c’informa che i sintomi di Eva regrediscono nel tempo, fino a scomparire del tutto. Il primo sintomo ricompare due anni dopo; nel rientrare a casa, il marito scopre che Eva ha acquistato degli abiti e delle scarpe costose. La donna, dapprima nega ma dopo, non può fare altro che arrendersi all’evidenza dei fatti e ritornare in cura dallo psichiatra. Luther (un terapeuta paterno e con grande capacità d’ascolto) nel corso del colloquio scopre che un’altra donna (la signorina Eva) alberga nella mente della paziente. Ed in luogo della passività, pudore e timidezza che contraddistingue la signora White, il suo alter ego è preda di una signorina estremamente seduttiva, disinibita e fortemente critica nei confronti del marito. Dopo alterne vicende, la protagonista femminile è ricoverata in una clinica, per un periodo d’osservazione. Nel corso della degenza, la paziente è vittima delle incursioni sempre più frequenti della signorina Eva e quando il dottor Luther tenta di spiegare a Ralph i motivi che sottendono lo “strano” comportamento della moglie, l’uomo abbandona la moglie, portandosi con sé la figlia. La vicenda si colora ancor più di giallo quando si scopre che la donna possiede una terza personalità.

Il film, tratto dal volume degli psichiatri Corbett H. Thigpen e Hervey M. Cleckley è un “coraggioso” tentativo di mostrare l’umano sconcerto di uno psichiatra che si trova di fronte ad una donna affetta da “personalità multipla”. Nonostante l’impianto cinematografico cerchi di rispettare (fedelmente) la realtà, i resoconti delle sedute e i repentini cambiamenti di personalità della paziente appaiono francamente poco credibili. Il commento sonoro che accompagna l’ingresso dell’una o dell’altra personalità di Eva è, inoltre, nel complesso, ridondante e stucchevole. Appare, infine, poco convincente e riduttiva la spiegazione che avrebbe determinato della scissione della mente della personalità. Girato con un bianco e nero magistrale, si avvale della recitazione di una straordinaria Joanne Woodward che, con grande intensità, riesce a passare da un registro visivo ad un altro (con quest’interpretazione, a soli ventisette anni, fu premiata con un meritatissimo Oscar).

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi