Toto le héros- Un eroe di fine millennio di Jaco Van Dormael – Belgio.-Francia.-Germania- 1991- Durata 90’

17 Marzo 2019 | Di Ignazio Senatore
Toto le héros- Un eroe di fine millennio di  Jaco Van Dormael – Belgio.-Francia.-Germania- 1991- Durata 90’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Thomas (Michel Bouquet, Jo De Backer, Thomas Godet nei vari stadi dell’età) è un bambino di otto anni, convinto di essere stato scambiato, subito dopo la nascita (durante un incendio scoppiato nel nido dell’ospedale) con Alfred, il suo vicino di casa  Pertanto lui ed Alfred hanno avuto ognuno la famiglia dell’altro. Ma i suoi genitori sono poveri, quelli di Alfred sono invece ricchi e possono regalargli doni più affascinanti e costosi. Sempre più immerso nelle sue incrollabili fantasie, un giorno Thomas (che si fa chiamare Toto) si reca da Alfred ed in tono serio e pacato gli dice: “Alfred devo dirti una cosa…La tua famiglia non è la tua famiglia perché è invece la mia…Siamo stati scambiati da piccoli… I tuoi genitori sono i miei e i miei sono i tuoi. Non se ne è accorto nessuno perché è successo durante l’incendio…Ma è così! La tua macchina, la tua casa sono tute cose mie…” Alfred (Hugo Harold Harrison, Didier Fernet, Peter Böhlke nei vari stadi dell’età) senza battere ciglio e per niente preoccupato per le scottanti “rivelazioni” ricevute, dopo avergli dato un cazzotto nello stomaco, in tono minaccioso gli urla: “Ti giuro che se lo ripeti a qualcuno, tu sei morto. Hai capito? Io ti uccido!”Per poter tollerare gli aspetti indigeribili della realtà, a Thomas non resta che rifugiarsi in un mondo fantastico e sognare di essere un agente segreto, di nome “Toto le heroes”.  Le vite dei due protagonisti continuano ad intrecciarsi; il papà e la sorella di Toto, moriranno (indirettamente) per colpa del papà di Alfred e Thomas, divenuto adulto, s’innamora di una donna che poi scopre essere la moglie del suo odiato nemico. In un ipotetico 2027, Thomas divenuto vecchio, fugge dalla casa di cura dove è ospitato va alla ricerca del suo eterno “rivale”, intenzionato a riprendersi la vita che gli era stata negata.

Commento: Il film (raffinato, sensibile e venato di qualche spruzzatina di humour) t’immerge in un atmosfera suadente e melanconica dove non c’è scampo per nessuno dei protagonisti: vittime del loro destino, sono condannati entrambi ad una vita anonima ed incolore. Film intimista e raccolto, fatto di tiepidi sussurri ed arricchito di squarci di rara poesia. Il piccolo Toto e la sua dolce sorellina sono dei personaggi così teneri ed infelici che allo spettatore non resta che “adottarli” e stringerli nel proprio cuore.

Al di là delle cifre stilistiche e dello sviluppo del plot narrativo, quello che colpisce in questo film, è l’assoluta aderenza a quegli accadimenti mentali che scattano nella prima infanzia descritti, nel 1909 da Sigmund Freud, nel suo articolo “Il romanzo familiare dei nevrotici”. Nello scritto Freud sottolineava che in una certa fase del ciclo vitale, il mondo emozionale del bambino é popolato da una serie di fantasie consce ed inconsce relative ai propri natali. Il regista ha lavorato in precedenza come clown al Big Flyng Circus e diretto numerosi allestimenti teatrali per bambini.

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