Antonio Capuano, Gabriele Salvatores, Pappi Corsicato, Antonietta De Lillo e Paolo Sorrentino, registi napoletani dai percorsi visivi completamente differenti tra loro, in questo 2020, per uno strano scherzo del destino, arrotonderanno gli anni, raggiungendo tutti cifra tonda.
“L’anarchico” Antonio Capuano compirà, infatti, il 9 aprile ottant’anni. Regista considerato dalla critica un vero e proprio Maestro, premiato con un Nastro d’argento per “Vito e gli altri” (1992), il suo film d’esordio, è il cantore di una Napoli mai calligrafica, popolata da personaggi sanguigni e pulsanti, che appartengono per lo più al sottoproletariato. Cineasta-contro, con “Pianese Nunzio 14 anni a maggio”, ha scandalizzato i benpensanti narrando la vicenda di un prete pedofilo, con il fiammeggiante “Luna rossa” ha raccontato gli orrori della camorra e con “La guerra di Mario” e “L’amore buio” ha dato voce a bambini ed adolescenti, vittime di una società spietata e violenta.
Gabriele Salvatores taglierà, invece, il 30 luglio il traguardo dei settant’anni. Regista diseguale, dotato di una magica potenza visiva, premiato con Mediterraneo” (1992) con l’Oscar come miglior film straniero, ha fatto poi negli anni incetta di David di Donatello e Nastri d’argento. Sperimentatore di nuovi linguaggi, dopo la famosissima “trilogia della fuga” (“Marrakech Express”, “Turné” e “Puerto Escondido”), ha attraversato diversi generi, dalla fantascienza (Nirvana), all’impegno civile (“Sud”, “Io non ho paura”), dal noir (“Quo vadis baby”) alle commedie (“Happy family”), al fantasy (Il ragazzo invisibile 1 e 2).
Diverso il percorso di Pappi Corsicato che il 12 giugno varcherà la soglia dei sessant’anni. Dopo l’esplosivo esordio con “Libera” (1993), premiato con il David di Donatello, il cineasta posillipino ha diretto poi “I buchi neri”, “Chimera”, “Il seme della discordia” e “Il volto di un’altra”, ammantando le sue pellicole frizzanti e coloratissime di gustosi colpi di scena.
Più “tradizionale” il percorso di Antonietta De Lillo che il 6 marzo compirà sessant’anni. Una vita, la sua spesa tra una brillante attività di documentarista e quella di sensibile regista di lungometraggi. Dopo il film d’esordio “Una casa in bilico” (1986), premiato con un Nastro d’argento e il travolgente “Matilda”, diretti assieme a Giorgio Magliulo, ha realizzato il tenero “Non è giusto”. Il suo capolavoro è senza dubbio “Il resto di niente” del 2004, tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano sulla nobildonna portoghese Eleonora Piementel Fonseca, candidato a diversi David di Donatello e Nastri d’’argento.
Dulcis in fundo, il talentuoso Paolo Sorrentino compirà il 31 maggio cinquant’anni. Regista che ha diviso il pubblico in folle di spettatori che lo osannano e che, all’opposto, lo “detestano” per il suo cinema fin troppo estetizzante, vincitore di innumerevoli David di Donatello e Nastri d’argento, sin da “L’uomo in più” (2001), film d’esordio, ha mostrato l’originalità del proprio sguardo. Dopo il poetico “Le conseguenze dell’amore”, ha diretto il suo capolavoro “Il divo” e, dopo un paio di passi falsi (“L’amico di famiglia” e “This must be the place”), ha ottenuto l’Oscar come miglior film straniero con il controverso e discusso “La grande bellezza” (2013). Regista in grado di saltare con naturalezza dal grande al piccolo schermo, ha consolidato ancor più la sua fama internazionale con le serie Sky “The young Pope” e “The new Pope”. A questi registi, che con i loro film ci hanno regalato tante emozioni, non resta che augurare buon compleanno.
Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno 16.1.2020
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