Il ventunenne Benjamin Braddock (Dustin Hoffman), giovane rampollo di una famiglia della buona borghesia americana, dopo aver conseguito il diploma, è in piena crisi d’identità. I genitori organizzano una festa in suo onore ma lui, stordito e confuso, finisce, inevitabilmente per attirare le attenzioni della signora Robinson (Anne Bancroft) avvenente e disinibita quarantenne, moglie del principale di suo padre che, con il pretesto di farsi accompagnare a casa, prova a sedurlo. Benjamin è timido, impacciato, non ha mai avuto esperienze sessuali prima di allora e l’arrivo del marito della donna lo cava dagli impicci. Divorato dalla noia, Benjamin, per ammazzare il tempo, finisce per diventare l’amante della signora Robinson, una donna decisa ed autoritaria che non ha mai amato il marito e lo ha sposato solo perché era rimasta incinta. I genitori premono perché Benjamin esca una sera con Elaine (Katharine Ross), la figlia dei Robinson e lui, messo alle strette, cede, scatenando le ire della sua amante a cui aveva promesso di stare alla larga dalla figlia. Durante il loro incontro Benjamin si mostra inizialmente sgradevole, irritabile e nervoso ma poi apre il proprio cuore ad Elaine e tra i due scatta il classico colpo di fulmine. I due si frequentano e Benjamin rivela ad Elaine la sua relazione con la madre. Delusa e frastornata, Elaine decide di non vederlo mai più, ritorna a Berkeley e spinta dai genitori, accetta di sposare Carl (Brian Avery) un bellimbusto perbene ed educato. Benjamin la raggiunge e prova, invano, a farla recedere dalla sua decisione. Mai domo, il giorno delle nozze si precipita in chiesa, la strappa sull’altare alla furia dei genitori e del futuro sposo e, felice e sorridente, fugge via con lei.
Pellicola diventata oggetto di culto (grazie anche all’indimenticabile colonna sonora di Simon & Garfunkel) che anticipa le ribellioni del 68 e sottolinea, con garbo ed ironia, l’abissale distanza esistente tra gli adolescenti e gli adulti. La vicenda ruota intorno a Benjamin, studente modello che, dopo il diploma, smarrito e spaesato, non sa che svolta dare alla propria vita. Nelle prime battute del film accenna vagamente ai dubbi che lo tormentano e, con tono sommesso, al padre confida: “E’ per il mio avvenire. Non lo so. Io vorrei che fosse diverso.” In tutta la prima parte della vicenda, Benjamin, apatico ed indolente, trascorre le giornate in piscina, disteso su un materassino Ed è proprio l’ingresso in scena di Elaine a dargli nuova linfa ed a spingerlo a liberarsi della coriacea e tenace signora Robinson, una donna con il vizio del bere che lo comanda a bacchetta e lo tratta come un ragazzino. Grazie al delizioso montaggio di Sam O’ Steen, Nichols non disdegna qualche gustoso virtuosismo di macchina. La scena finale di Benjamin che irrompe in chiesa il giorno del matrimonio, si fa largo tra gli invitati, brandendo un crocefisso e fugge via con Elaine è entrata nella storia del cinema. Il finale schioppettate, a ben vedere, è però venato da un pizzico di malinconia; Elaine, in abito da sposa e con un bouquet stretto tra le mani, è seduta in autobus al fianco di Benjamin;. entrambi sembrano felici e raggianti ma poi guardano in macchina e la loro espressione muta, palesando incertezza e confusione. Il titolo italiano è incomprensibilmente fuorviante perché negli States con il termine “graduate” s’intende un diplomato e non un laureato. Oscar (1968) a Mike Nichols per la miglior regia.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.