“Sono contentissima di aver vinto questo David per la migliore sceneggiatura, perché questo premio è arrivato alla sesta candidatura.”
Così, la napoletana Valia Santella, figlia d’arte di Maria Luisa e Mario, Artigrandi attori del teatro partenopeo.
“La prima nomination l’ho ottenuta nel 2013 con “Miele” di Valeria Golino, e poi ne sono seguite altre tra cui “Pericle il nero” di Mordini, dal romanzo dello scrittore ischitano Giuseppe Ferrendino, e quella per “Napoli velata” di Ozpetek. Devo la vittoria al film e a un lavoro di squadra, fatto con Marco, Ludovica Rampoldi e Francesco Piccolo. Bellocchio, prosegue Santella, “è un regista che si diverte molto a rigenerare il suo cinema. Quando è sul set, Marco disegna le inquadrature. E’ bellissimo vederlo quando, entra nel cuore del film. Sto già lavorando a dei prossimi progetti con Golino, conclude Santella, “e al film di Leonardo Di Costanzo che dovrebbe partire ad ottobre, scritto assieme a Leonardo e Bruno Oliviero.”
E’ raggiante anche Maurizio Braucci, al terzo David come migliore sceneggiatore per “Martin Eden” di Pietro Marcello, dopo quelli ottenuti con “Gomorra” di Garrone nel 2009 e “Anime nere” di Francesco Munzi nel 2014.
“Ero in nomination come miglior sceneggiatura non originale anche per “La paranza dei bambini” di Giovannesi, dal romanzo di Saviano. “Martin Eden” è un romanzo che io e Pietro Marcello, co-sceneggiatore, abbiamo letto venti anni fa e da allora sognavamo di portare al cinema. E’ molto ideologico e propone uno sguardo filosofico sul mondo.”
“Nel cinema italiano prosegue Braucci, c’è la tendenza ad etichettare uno sceneggiatore per categorie; chi scrive di mafia, chi storie borghesi ect. A me non interessa utilizzare un genere, ma poter dire delle cose. Anche “Martin Eden” lo si può considerare un film tra il politico e il melodramma. Molti hanno sottolineato che le lotte degli operai e il socialismo nel romanzo erano sullo sfondo. A loro rispondo con una citazione di Borges: “La memoria trascura i particolari oziosi.” Il prossimo progetto è “La ragazza dei sogni”, che vedrà il mio esordio alla regia. Ruota sul diritto all’amore dei disabili, scritto con il premio Oscar Rebecca Lenkiewicz. Doveva partire, ma ho trovato mille ostacoli. La censura è dura a morire.”
Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno -10-5-2020
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