L’ammutinamento del Caine (The Caine Mutino) di Edward Dmytryk – USA – 1954 – Durata 125’

19 Maggio 2020 | Di Ignazio Senatore
L’ammutinamento del Caine (The Caine Mutino) di Edward Dmytryk – USA – 1954 – Durata 125’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il giovane guardiamarina Willie Keith (Robert Francis) appena uscito dall’Accademia, s’imbarca sul dragamine “Caine” il cui comando è affidato a Francis Queeg (Humphrey Bogart) un ufficiale ossessionato dall’ordine e dalla disciplina che tiranneggia l’equipaggio, con i suoi modi rudi e decisi,. Steve Maryk (Van Johnson) e Tom Keefer (Fred MacMurray) gli altri due ufficiali a bordo provano a mitigare la tensione a bordo che diviene, giorno dopo giorno, sempre più alta. Un tifone travolge il dragamine e Queeg perennemente teso, nervoso ed irritabile, convinto che qualcuno stia tramando alle sue spalle, perde il controllo della situazione; Maryk lo destituisce dal comando e mette in salvo l’equipaggio. Giunto a terra, Maryk è accusato di ammutinamento e spedito alla Corte Marziale. Nel corso del processo la nevrosi di Quegg esplode e Maryk viene assolto. Maturato da questa esperienza Keith, promosso tenente, s’imbarca su un’altra nave e dirige la manovra d’uscita dal porto.

Dmytryk traspone sullo schermo un romanzo di Herman Wouk e bada bene a non offuscare la credibilità ed il buon nome della Marina americana. Quegg è tratteggiato come un ufficiale paranoico, ossessionato dal rispetto della disciplina e del regolamento, incapace di relazionarsi con i componenti dell’equipaggio. Nel corso del processo Quegg, minato psicologicamente da venti anni di Marina e dalla terribile esperienza della guerra di Corea, crolla psicologicamente. Lo psichiatra-comandante Dickson (Whit Bissel) gli concede la semi infermità mentale e gli diagnostica: “un complesso di inferiorità, dovuto ad una fanciullezza infelice aggravato dagli sforzi nervosi a cui è stato sottoposto in questi due anni d guerra, un soggetto con una personalità rigida, affetto da mania di persecuzione, melanconia acuta, con la smania della perfezione e la fissazione di avere sempre ragione.” A fare da contro-altare alla tragica figura di Quegg quella vile, codarda, e vigliacca di Keefer e quella ingenua e disincantata del giovane Keith, vessato da una madre odiosa ed assillante. Imperdonabile il finalino moralistico. Da un romanzo di Herman Wouk. Nomination  all’Oscar per Humphrey Bogart.

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