Paolo Passeri ((Michele Placido) neolaureato in lettere, dopo aver provato, invano, ad entrare nel corpo degli ufficiali deve espletare il servizio di leva come soldato semplice nel 61 reggimento della caserma “Setvago”, diretta dal capitano Asciutto (Franco Nero). Paolo è un ragazzo chiuso ed introverso, non lega con gli altri commilitoni e ben presto è costretto a subire le angherie dei camerati più anziani. Inizialmente, nella speranza di essere riformato e rispedito a casa prova a non mangiare, a non dormire, ed a fumare quaranta sigarette al giorno. Il capitano Asciutto, un ufficiale nevrotico, ossessionato dalla disciplina, avendo intuito che può trasformarlo in un perfetto soldato e plasmarlo come uomo, lo tiene costantemente d’occhio. Il capitano vorrebbe un figlio dalla moglie Rossana. (Miou-Miou) e, visto il suo ostinato rifiuto, la maltratta, l’umilia e lei lo ripaga tradendolo con il tenente Baio (Patrick Dewaere). Asciutto e Paolo diventano sempre più amici al punto che il capitano, nutrendo dei sospetti sulla moglie, gli chiede di pedinarla. Paolo non accenna al capitano la tresca amorosa della moglie e, dopo aver sviato i suoi sospetti, diventa l’amante della donna. Asciutto li scopre, picchia la moglie, l’insulta e lei lo abbandona. Il finale non può essere che infinitamente tragico.
Dopo aver lanciato i propri strali contro la famiglia, la chiesa, i media e la politica, Bellocchio scopre i nervi dello spettatore puntando il dito contro l’istituzione militare e stigmatizza la stupida follia del nonnismo, la cieca violenza che circola nelle caserme e le assurde punizioni inflitte ai soldati. L’inizio del film è da antologia; Passeri è costretto a ripetere un’infinità di volte ad alta voce e da una distanza sempre maggiore dal plotone di soldati disposto sugli attenti il proprio nome, cognome e reggimento d’appartenenza.
Al di là dell’ambientazione tra le quattro mura della caserma, il regista scava nella mente dei protagonisti e ci regala una coppia disperata, perfettamente incastrata in un gioco perverso e senza sbocchi; solo ed infelice Asciutto vorrebbe un figlio per plasmarlo a suo piacimento e per riversare su di lui, affetti ed attenzioni; Rossana vorrebbe liberarsi di un uomo che la tratta come una schiava ma non trova il coraggio per farlo e, per punirlo, gli nega la paternità e lo tradisce. Paolo, un ragazzo intelligente ma alla ricerca di una guida personale, finisce per aderire alle farneticanti formulazioni di Asciutto
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