Il genio della truffa (Matchstick men) di Ridley Scott – USA – 2003 – Durata 115’

27 Agosto 2020 | Di Ignazio Senatore

In combutta con Frank (Sam Rockwell) il suo inseparabile socio, Roy (Nicolas Cage) organizza delle truffe a danno di persone ingenue a cui vende per telefono dei fantomatici depuratori di acqua. Il sistema del raggiro è ben oleato ed i due hanno accumulato una discreta sommetta. Roy, ossessionato dall’ordine e dalla pulizia, si sottopone, con scarsi risultati alle cure del dottor Harris Klein (Bruce Altman) che, nel corso delle sedute, lo convince a prendere contatto con Angela (Alison Lohman) la figlia quattordicenne che non ha mai conosciuto. Roy l’incontra, l’ospita a casa sua e ne rimane incantato. Frank e Roy stanno architettando un ultimo colpo che farà fruttare loro una montagna di dollari ma Angela, una ragazzina, sveglia e spigliata, svelato il mestiere del padre, vuole partecipare anche lei alla storica impresa. Qualcosa però non va per il verso giusto e, dopo una serie di colpi di scena, Roy scopre che il suo socio non è uno stinco di santo e che Angela non è quella ragazzina così candida ed ingenua.

Ridley Scott si affaccia alla commedia e strizza biecamente l’occhio al botteghino. La trama non è irresistibile ma strappa qualche tiepido sorriso quando compare in scena Roy con i suoi tic e le sue fobie. Ossessionato dalla paura di stare all’aria aperta e di contrarre malattie, per tenere a bada le proprie fobie, Roy ha organizzato, meticolosamente, la propria vita, fin nei minimi dettagli, costringendo chi lo circonda ad attenersi scrupolosamente alle sue regole ferree; prima di entrare in casa sua bisogna togliersi le scarpe, non lasciare cadere le briciole sulla moquette e pulire la cornetta del telefono, dopo averla toccata. Scott non vuole impaginare un film introspettivo o drammatico ed i tic e le fobie che divorano Roy sembrano solo un modo per condire una commedia dal buon ritmo che annaspa nella parte centrale e si chiude con un colpo di scena artificioso e posticcio. Esilarante la scena quando Roy, rimasto a secco di psicofarmaci e senza ricetta medica, si reca in farmacia e, dopo aver tentato, invano, di convincere il dottore a sganciare le medicine scopre che il suo (finto) psicoanalista (anche lui un complice dell’astuto piano di Frank) non gli aveva prescritto degli psicofarmaci ma dei semplici integratori. Da un romanzo di Eric Garcia, adattato da Nicholas Griffin e Ted Griffin.

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