Aveva ragione quel genio di Massimo Troisi; è più difficile dirigere il secondo film che il primo. Donato Carrisi ritorna dietro la macchina da presa dopo il suo abbagliante inizio (La ragazza nella nebbia) e impagina una pellicola che lascia l’amaro in bocca. In parallelo due storie collegate. Nella prima, Samantha (Valentina Bellé), una ragazza amnesica, rapita quindici anni prima, é ricoverata in un ospedale e il dottor Green (Dustin Hoffman), al suo fianco, cerca di scavare nel suo passato e liberarla dal trauma subito. Nella seconda, il detective Bruno Genko (Toni Servillo) cerca di scovare l’uomo che ha rapito la ragazza. Carrisi attinge al suo romanzo omonimo e confeziona una pellicola cupa e claustrofobica che si anima solo quando l’intraprendente Genko conduce le sue indagini. Il regista, indeciso nello stile da adottare, vaga smarrito tra il thriller e l’horror e, volendo a tutti i costi sorprendere (anche visivamente) lo spettatore, confeziona una vicenda che annaspa soprattutto quando Samantha e Green sono in campo. Chapeau per Hoffman e Servillo. Nel cast Vinicio Marchioni.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.