Lianna (Linda Griffiths) è sposata con Dick (Jon DeVries), uno sbiadito professore che insegna cinema all’università.
Dopo aver spadellato in cucina ed essersi presa cura dei due figli, frequenta un corso serale di psicologia condotto da Ruth Brennen (Jane Hallaren), una donna affascinante e attraente che diventa la sua amante.
Travolta dalla passione, Lianna abbandona figli e marito, ma Ruth indietreggia, prende tempo e le confessa che non vuole essere trascinata in uno scandalo.
Lianna non si perde d’animo, va a vivere in un piccolo appartamento e trova un modesto lavoro. E quando Ruth le confessa di amare un’altra donna, Lianna regge il colpo e prova a guardare con fiducia al futuro.
Film onesto, didascalico, ma confezionato con un passo da TV-movie.
Il regista ci propone un amaro spaccato dell’America dove campeggiano relazioni umane basate solo su intrighi e bugie; Dick tradisce l’inquieta mogliettina con una giovane studentessa; Ruth, donna navigata ed esperta, fa cadere Liana nella sua trappola seduttiva ma, per non perdere il posto di lavoro, frena, prende le distanze e poi l’allontana.
L’unica che ci lascia le penne è l’ingenua Lianna, poco attrezzata emotivamente, che s’illude di aver trovato in Ruth la persona che, finalmente, possa trasmetterle un pizzico di calore.
Più che l‘amore lesbico tra le due protagoniste colpisce nel film è l’inerzia emotiva di Lianna che, nel corso della vicenda, non ha mai un cedimento, né un rimpianto per aver abbandonato i figli al loro destino. Il regista si è ritagliato per sé il ruolo del marito infedele di Lianna.
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