Il dottor Sam Foster (Ewan Mc Gregor) ha in cura Henry Letham (Ryan Gosling) un paziente molto disturbato che, nel corso della prima seduta, gli confessa che tra tre giorni, al compimento del ventunesimo compleanno, si suiciderà. Sconvolto da questa rivelazione Sam prova a contattare Beth Levy (Janeane Garofalo) la psichiatra che gli aveva inviato il paziente ma lei è rintanata in casa, in preda ad uno stato catatonico e non può essergli d’aiuto. Sulla scena compaiono il dottor Leo Patterson (Bob Hoskins) un anziano psichiatra cieco ed una donna che dichiara di essere la madre di Henry. Riuscirà Sam, nella disperata lotta contro il tempo, ad evitare che il suo paziente si tolga la vita?
Thriller complesso, ricco di lampi visivi e carico di una tensione narrativa che tiene incollato alla poltrona lo spettatore. A differenza di Sam, psichiatra smarrito dal cuore d’oro, Henry è descritto come un eroe maledetto, costantemente immerso nei propri contorti pensieri. Sommerso da allucinazioni uditive, al terapeuta confida: “Sento delle voci che vanno e vengono…Resta con me Henry, resta con me”. Non meno fragile la figura di Lila (Naomi Watts) un’ex paziente di Sam, divenuta sua compagna e che in passato aveva tentato un suicidio tagliandosi i polsi. Per tutto il film Sam s’aggira sullo schermo smarrito e spaesato, travolto da una storia più grande di lui. Forster cerca di confondere i piani narrativi, proponendo dei salti temporali acronici e non lineari e, dopo aver dato fondo ad una serie di spericolati carrelli ed inquadrature, introduce degli elementi dal sapore magico (Henry tocca gli occhi del dottor Patterson e gli ridà la vista) orrifici e fantastici (alla presunta madre di Henry mentre parla con Sam le gocciola del sangue da una tempia) fino a lasciar intendere che Henry non è altro che l’alter-ego di Sam. Il regista ammanta ancora di più di mistero la vicenda accennando alla figura di un misterioso pittore che, dopo aver bruciato tutti i propri quadri, prima di ammazzarsi a ventuno anni, scrisse una sola riga: “Un suicidio elegante è la suprema opera d’arte.”.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.