Il grande cocomero di Francesca – Italia – 1993 – Durata 101’

22 Dicembre 2020 | Di Ignazio Senatore
Il grande cocomero  di Francesca – Italia – 1993 – Durata 101’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Cinthya (Anna Galiena) e Marcello (Armando De Razza), in piena crisi coniugale, sono i genitori di Valentina (Alessia Fugardi) una dodicenne soprannominata Pippi. La ragazzina, affetta da epilessia, è ricoverata in un reparto al Policlinico di Roma e presa in cura da Arturo (Sergio Castellitto) un volitivo neuropsichiatria infantile. Dopo una serie di colloqui Arturo scopre che le crisi di Pippi non hanno nessuna base organica e che sono solo dimostrative e, simbolicamente, rivolte alla coppia genitoriale.

Film ampiamente sopravvalutato, carico di buonismo e di strizzate di cuore. Archibugi non vuole mostrare un terapeuta trionfante che cura e guarisce tutti i pazienti che ha in trattamento ma cade nell’eccesso opposto e ci mostra Arturo che molla una sberla ad un ammalato e sbaglia diagnosi causando la morte di una piccola ricoverata. Separato da due anni con l’ex moglie ed incapace di gestire la propria vita affettiva, una volta indossato il camice, diventa il paladino dei deboli e degli indifesi e si batte contro i colleghi, algidi, reazionari e dal cuore di pietra. La psicoterapia che propone a Pippi fa acqua da tutte le parti e, dimentico di ogni regola deontologica, dorme una notte al suo fianco, va a trovarla più volte a casa senza accorgersi che la piccola si sta innamorando di lui.  In questo minestrone dolciastro e scondito la regista affolla la scena di personaggi sopra le righe tra cui spicca Aida (Laura Betti) un’infermiera isterica che colta dall’ennesima crisi di nervi, getta un gatto dalla finestra del reparto. Da segnalare una fugace seduta di terapia familiare con la supervisione in diretta dietro lo specchio one-way e l’umana vicenda di Giacomo, un paziente psicotico convinto che delle linee immaginarie attraversino le stanze e reagisce con un esplosione di rabbia e se qualcuno gliele rompe.. La pellicola è ispirata al saggio Il raccoglitore nella segale di Marco Lombardo Radice, pubblicato nel saggio Una concretissima utopia. Il titolo del film è un chiaro riferimento alla striscia “Peanuts”, di Charles Schultz ed alla vana attesa di Linus che la notte di Halloween aspetta invano di vedere “il grande cocomero”. Tre David di Donatello.

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