Toni Servillo “Casanova” per Gabriele Salvatores

5 Marzo 2021 | Di Ignazio Senatore
Toni Servillo “Casanova” per Gabriele Salvatores
Senatore giornalista
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Sarà Toni Servillo il protagonista del film “Il ritorno di Casanova” diretto dal premio Oscar Gabriele Salvatores. Un racconto quello scritto da Arthur Schnitzler nel 1918, già adattato per la televisione da Pasquale Festa Campanile nel 1978, interpretato da Giulio Bosetti e Grazia Maria Spina, e tradotto poi sul grande schermo nel 1992 per la regia di Edouard Niermans con Alain Delon, Fabrice Luchini e Philippe Leroy. Un testo affascinante quello dello scrittore viennese che narra del cinquantatreenne Casanova che, trascorsi alcuni anni, sta ritornando a Venezia, dopo essere fuggito dal carcere di Piombi. Incontra Marcolina, una ventenne fidanzata con il sottotenente Lorenzi, se ne innamora e decide di sedurla. Con uno stratagemma, riesce a trascorrere una notte d’amore con lei, ma all’alba si presenta il sottotenente che lo sfida a duello. Casanova lo uccide e poi fugge a Venezia. Un film le cui riprese inizieranno a settembre e la cui sceneggiatura, scritta dallo stesso regista con Umberto Contarello e Sara Mosetti, svilupperà due narrazioni parallele; da un lato si seguono le vicende del libertino veneziano e dall’altro, come ha annunciato lo stesso Salvatores “coinvolge un importante regista italiano ultrasessantenne, interpretato da Servillo, che durante le riprese di “Il ritorno di Casanova” si innamora e mette incinta una giovanissima donna che non ha nulla a che fare con il mondo del cinema, con la parte odierna girata in bianco e nero e quella storica a colori.” Un film che narra la solitudine e l’inevitabile avanzare della vecchiaia di un uomo che ha fatto delle conquiste il suo vanto e la sua ragione di vita e che segna la prima  collaborazione tra il visionario regista napoletano e Toni Servillo, uno degli attori più celebrato dalla critica e osannato dal pubblico. Una conferma, inoltre, del fascino ancora intatto di Arthur Schnitzler che scambiò anche una fitta corrispondenza epistolare con Sigmund Freud che, per la sua notevole capacità di esplorare la mente umana, giunse a definirlo il suo “doppio”. Uno scrittore, tra l’altro, sempre molto amato da registi e produttori. Numerose, infatti, le sue opere tradotte sul grande schermo. Nel 1932 Max Ophuls girò il suo capolavoro “La ronde”, (1932), interpretato da Simone Signoret e Gerard  Philipe, (che vanta due remake; il primo “Il piacere e l’amore” di Roger Vadim (1964) con Catherine Spaak e Jean Sorel e Jane Fonda e il secondo “Passioni e desideri” (2011) di Fernando Mereilles con Anthony Hopkins  e Jude Law). Seguirono “L’amante pura”, (1958) diretta da Pierre Gaspard Huilt con Alain Delon e Romy Schneider, “Il girotondo dell’amore” (1973) di Otto Schenk con Maria Schneider ed Helmut Berger, “Mio caro dottor Grasler” (1992) di Roberto Faenza con Keith Carradine e Max Von Sydow e, infine, il famosissimo “Eyes wide shut” (1999) di Stanley Kubrick con Tom Cruise e Nicole Kidman.  Produce la Indiana di Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib e Daniel Campos Pavoncelli con Rai Cinema.

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno -5-3-2021

 

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