Il cattivo poeta film d’esordio di Gianluca Jodice

20 Maggio 2021 | Di Ignazio Senatore
Il cattivo poeta film d’esordio di Gianluca Jodice
Senatore giornalista
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 Ex enfant prodige del cinema italiano (nel 2001 con il corto vinse il Sacher Festival con il corto “La signorina Holibet”) vent’anni dopo, il napoletano Gianluca Jodice dirige “Il cattivo poeta”, il suo primo lungometraggio, incentrato sull’ultimo anno di vita del discusso poeta e scrittore Gabriele D’Annunzio nelle sale da oggi. “Ho esordito tardi e questo mi ha dato modo di essere un po’ sfacciato”, dice. “Matteo Rovere mi disse di pensare a un biopic e io scelsi di farlo su di lui. Ero affascinato da questo poeta, rinchiuso in un castello, il Vittoriale, stile Dracula, tra ossessioni, perversioni, donne e cocaina. Una sorta di Nosferatu che poi ha subito una damnatio memoriae. Anti-italiano e arci-italiano allo stesso tempo.”

Siamo nel 1936. Il Vate (Sergio Castellitto) vive ormai, quasi in esilio, nella sua residenza “Il Vittoriale”, sulla sponda bresciana del Lago di Garda. Mussolini non si fida più di lui, lo giudica un personaggio scomodo, imprevedibile, in pratica un dissidente, e teme che possa danneggiare la sua imminente alleanza con la Germania di Hitler. Incarica allora Achille Starace (Fausto Russo Alesi), segretario del Partito Fascista e numero due del regime, di farlo sorvegliare e metterlo nella condizione di non nuocere. Il gerarca affida il delicato compito al più giovane dei federali, il 29enne Giovanni Comini (Francesco Patanè). Quest’ultimo, in realtà, deve fornire le prove che screditerebbero il poeta agli occhi dell’opinione pubblica. Ma il giovane federale si troverà ben presto diviso tra fedeltà al Partito e l’ammirazione per D’Annunzio, un uomo dalla forte personalità, ricca di fascino, anticonformista e libertario, caratteristiche che contrastano con la piattezza e l’omologazione voluta dal fascismo. Iodice punta tutto sul dualismo e sull’inimicizia tra D’Annunzio e Mussolini e tranne alcuni squarci a Roma, a Brescia e a Naspi, ambienta quasi tutta la vicenda nel monumentale Vittoriale.

Uno sguardo, quello di Iodice, sul poeta abruzzese, completamente diverso da quello di Sergio Nasca che nel 1986 nel dirigere il biopic di D’Annunzio, affidò il ruolo al britannico Robert Powell e descrisse il poeta come un narcisista perennemente in bolletta, assiduo frequentatore di bordelli e salotti mondani, amante del lusso ed in grado espugnare il cuore di ogni donzella con i suoi comportamenti esuberanti, temerari e megalomanici e le sue zuccherose e ipnotiche dichiarazioni d’amore. Ad affiancare Castellitto, oltre ai napoletani Massimiliano Rossi e Lino Musella, Tommaso Ragno, Clotilde Courau, Janina Rudenska e Elena Bucci. Il film di Iodice si avvale della fotografia di Daniele Ciprì. Prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris, é distribuito da 01 Distribution.

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 20.5.2021

 

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