Maddalena Stornaiuolo a Venezia con il corto “Coriandoli”

21 Agosto 2021 | Di Ignazio Senatore
Maddalena Stornaiuolo a Venezia con il corto “Coriandoli”
Senatore giornalista
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Con “Sufficiente”, diretto nel 2018 con Antonio Ruocco, era stata invitata alla Mostra del Cinema di Venezia e premiata con un meritatissimo Nastro d’argento. Quest’anno Maddalena Storaniuolo ritorna a Venezia con un secondo corto, “Coriandoli”, diretto da sola, che verrà proiettato l’8 settembre alle ore 21, nell’ambito delle Giornate degli Autori.

Come ci si sente a ritornare a Venezia e nelle vesti di unica napoletana selezionata tra i corti?

“Sufficiente” era stata una manna caduta dal cielo. Avere una riconferma anche quest’anno è stata una gioia ancora più grande.”

Come è nata l’idea di questo corto, prodotto da suo marito Rosario Esposito La Rossa e da Gianluca Arcopinto?

“Da quando abbiamo aperto il laboratorio di recitazione della Scugnizzeria, ci avevano colpito tante loro storie. Ho scelto quella di “Coriandoli” che, seppure affonda nella realtà, l’ho poi romanzata e colorata. Protagonista è la piccola Speranzella, una bambina di dieci anni delle Vele di Secondigliano che racconta all’amico Tortoriello perché, anche d’inverno, avvolta in una coperta, è a leggere fuori il balcone del proprio appartamento. Il papà è stato condannato all’ergastolo e lei vive con la madre che si prostituisce perché, a suo dire, “non sa fare altro”. Ogni qual volta la madre riceve un cliente, per non sentire gemiti e lamenti, non le resta che tuffarsi nella lettura per dimenticare quello che sta accadendo.”

Un corto stilisticamente asciutto, dal taglio neorealistico, con la macchina da presa incollata sul volto dei due piccoli protagonisti: Denise Aisler (già in Fortuna di Nicolangelo Gelormini) e Simone Evangelista.

“Più che lo stile, a me interessa il messaggio, proporre delle riflessioni. Il corto non racconta solo una storia nera. Non a caso è ambientata a Carnevale in un Luna Park e nel finale, che preferisco non svelare, il clima muta di colpo.”

Perché rappresentare una Napoli pezzente e diseredata?

“Sono nata nelle Vele e ci vivo da trentaquattro anni. E’ questo il mio mondo, dal quale non sento ancora di volermi distaccare e che voglio ancora raccontare. La mia non è solo una rivalsa, ma voglio anche dar voce a sogni e aspirazioni. Considero questo corto un’altra fase del mio percorso di crescita e di sperimentazione e sono orientata sempre più ad affinare la direzione degli giovani attori della scuola di recitazione della Scugnizzeria con i quali lavoro da anni.”

E’ impegnata anche sul set della terza serie de “L’amica geniale”, diretta da Daniele Luchetti.

“E’ una delle esperienze più belle che mi sono capitate. Abbiamo girato prima a Caserta, poi a Firenze e in altre località della Toscana e poi ritorneremo nuovamente a Caserta per gli ultimi ciak che termineranno ad ottobre. Daniele è un regista umanamente squisito e sul set, grazie alla sua grande esperienza, risolve ogni problema. Elena Bouryka è il coach ed il mio compito è quello di verificare se gli attori conoscono le battute che sono spesso in napoletano.”

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezozgiorno – 21-8-2021

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