Un serial killer, cinico e violento, prima di uccidere i bambini, strappa loro unghie e denti. Dagli indizi ricavati la psichiatra Anna Polito (Giada Desideri) ed il commissario Masciandaro (Luca Ward) intuiscono che l’uomo è un pedofilo attento ed astuto che rivolge le proprie malsane attenzioni a dei bambini soli e deprivati affettivamente. Dopo aver battuto delle false piste, la dottoressa ed il commissario tracciano il profilo del maniaco omicida; il classico vicino della porta accanto, educato e discreto, abusato probabilmente da piccolo. L’identikit sembra essere quello di Enrico Russo (Antonio Friello), sposato e senza figli e stimato amministratore di condominio.
Il regista dirige coraggiosamente uno psico-thriller dal tema respingente come quello della pedofilia. Nel corso della vicenda Verzillo raffredda la narrazione con le “dotte” dissertazioni della dottoressa sulle motivazioni che sottendono le scelte pedofiliche e ci mostra un campionario di umane bassezze; un fotografo che vende materiale pedofilico ed un professore che racconta, con raccapricciante ed affilata precisione, le tecniche che usa per adescare i bambini e piegarli poi alle sue basse ed ignobili volontà. La psichiatra è descritta come una professionista preparata e volitiva e sottolinea più volte al furioso commissario che il pedofilo è, pur sempre, un malato mentale. Testarda, tenace e dotata di gran fiuto, sarà lei che incastrerà il serial killer, facendo leva sulla labilità emotiva di sua moglie.
er un approfondimento sui rapporti tra cinema e psiche si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Cinema (italiano) e psichiatria), Zephyro Edizioni.
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