Irene Girard (Ingrid Bergman), ricca borghese, é sposata con un facoltoso diplomatico americano. Michele, il loro unico figlio, dodicenne, sentendosi trascurato, si suicida lanciandosi dalle trombe delle scale. L’equilibrio di Irene si spezza e, per espiare i propri sensi di colpa, si prende cura delle famiglie che versano in gravi difficoltà economiche, si occupa di una fragile prostituta ed, inteneritasi, fa fuggire un giovane delinquente. Accusata di favoreggiamento, per soffocare lo scandalo, è ricoverata dal marito in una clinica per malati mentali. Disponibile, dolce, comprensiva, sembra in grado di contenere le ansie delle giovani pazienti meglio del personale sanitario, al punto che lo stesso psichiatra (Antonio Pietrangeli) che l’ha in cura, rimane sorpreso dalla sua capacità empatica. Sul finale Irene decide di non tornare a casa e di rimanere con le altre ricoverate.
Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni
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