Il mio corpo con rabbia di Roberto Natale – Italia – 1972 – Durata 93’

12 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Il mio corpo con rabbia di Roberto Natale – Italia – 1972 – Durata 93’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Silvia (Antonia Santilli), spirito indomito ed inquieto, contesta apertamente i genitori e, per protesta, assume delle sostanze stupefacenti. Temendo lo scandalo, il padre (Massimo Girotti), un ricco borghese, e la madre decidono di ricoverarla in una lussuosa clinica privata dove lei incontra Paolo (Peter Lee Lawrence), un giovane ed arrabbiato studente d’architettura, ricercato dalla polizia. La sete di ribellione, il suo profondo disprezzo per gli ideali che i suoi genitori incarnano, spinge Silvia ad attaccare apertamente lo psicoanalista (Silvano Tranquilli) che l’ha in cura e il trattamento non sembra sortire gli effetti sperati. Silvia rivela ai genitori che ha una relazione con Paolo e nel finale, il padre, temendo che lei, attratto dallo stile di vita anticonformista del ragazzo, possa seguirlo, lo ammazza.

Film arrabbiato, velleitario, fortemente ideologizzato che fa il verso ai venti del 68’ e che vuole essere un manifesto contro l’ipocrisia della famiglia borghese, la crisi della coppia, la morte della famiglia, i guasti della società capitalistica e gli irrisolti conflitti edipici della viziata protagonista. Il regista ambienta la vicenda in pieno inverno e nella clinica (che assomiglia più ad un grande residence che ad una struttura sanitaria) non compaiono né infermieri, né medici, né altri ricoverati. Natale cita Bazin e fa largo uso della voce fuori campo di Silvia che, sin dalle prime battute, vomitando il proprio odio e rancore nei confronti dei genitori, snocciola ad ogni piè sospinto i suoi sprezzanti giudizi su tutto ciò che la circonda. Dopo aver risposto in maniera svogliata al test di Rorschach, svaluta ed attacca lo psicoanalista e quando questi le dice “Più che come un medico, mi sento un padre per lei.”, lei, a muso duro, gli risponde:  E’ proprio questo il punto; ho troppi padri, abbiamo padri dappertutto, piccoli e grandi. Dica a mio padre che sono irrecuperabile che sono matta. Matta e basta!”  

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.

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