Rimasta orfana, Marina di Malombra (Isa Miranda) è costretta dallo zio a vivere rinchiusa in una villa sul lago di Como, fino al giorno in cui si sposerà. Murata viva tra quelle quattro mura, scopre delle lettere lasciate settanta anni prima da un’antenata, la contessa Cecilia, una donna fisicamente simile a lei, innamorata di Andrea, ufficiale ungherese, ma costretta a sposare il conte Emanuele che l’aveva reclusa per dodici anni in quella villa. Cecilia impazzisce e si suicida, lasciandosi annegare in fondo al lago. L’odiato zio vuole dare Malombra in sposa a un arrivista ma lei è segretamente innamorata di Corrado Silla (Andrea Checchi), uno scrittore invitato nella villa dallo zio. Suggestionata dall’idea di essere la reincarnazione di Cecilia, Malombra uccide lo zio e lo scrittore e poi, con la mente sempre più in disordine, si lascia morire, annegandosi nel lago, come Cecilia.
Melodramma “calligrafico” tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro, già portato sullo schermo nel 1917 da Carmine Gallone. Soldati dirige una pellicola che ha come ambientazione minacciosa e inquietante il lago di Como e lascia che la convincente fotografia di Massimo Terzani faccia da perfetta cornice ad una vicenda che, in troppi punti, appare incerta e confusa. Descritta come una creatura tragica ed infelice, il regista cuce addosso alla protagonista un carattere fin troppo spigoloso, isterico ed infantile e lascia che la sua follia deflagri solo nel concitato e convulso finale.
Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.
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