La strega in amore di Damiano Damiani – Italia – 1966- Durata 110’ – B/N

15 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore

Consuelo Lorente (Sarah Ferrati), una vecchia nobile decaduta, ossessionata dalla paura di invecchiare, è alla ricerca di un bibliotecario che possa riordinare alcuni vecchi manoscritti custoditi nella sua biblioteca privata.

Sergio Logan (Richard Johnson), scrittore squattrinato in cerca di lavoro, accetta l’incarico non appena scopre che nella decrepita abitazione vive anche Aura (Rosanna Schiaffino), l’affascinante figlia di Consuelo.

Ma nell’appartamento si aggira anche Fabrizio (Gian Maria Volontè), il bibliotecario ex amante di Aura, assunto precedentemente dall’anziana signora e ormai corroso dalla pazzia.

Fabrizio lo invita ad andare via ma Sergio non dà ascolto ai suoi consigli e in un’atmosfera sempre più allucinata, malsana e decadente, lo uccide. Aura compare e scompare e Sergio si trascina giorno dopo giorno nell’appartamento, come un fantasma.

Un giorno si presenta un ragazzo che ha risposto ad un annuncio su un quotidiano e dovrebbe ricoprire al posto di Sergio la carica di bibliotecario. Un finale mozzafiato ci svelerà il segreto che aleggia sull’intera vicenda: Consuelo è una strega e Aura è la sua giovane reincarnazione.

Film atipico nel panorama italiano diretto da un regista che si è fatto le ossa con il poliziesco italiano e i film di denuncia politico-sociale. Girato all’interno del decadente appartamento della vecchia proprietaria, sin dalle prime inquadrature si intuisce che regnano sovrani l’inquietudine e il mistero.

Damiani non calca la mano con effetti speciali e impagina un film calibrato alla perfezione dove i continui scivolamenti delle immagini del volto di Consuelo in quello di Aura avvolgono lo spettatore, inducendolo a confondere sogno e realtà, incantesimi e allucinazioni.

Gli sguardi persi nel vuoto di Fabrizio e di Sergio, il loro ciondolare senza scopo nell’appartamento, i loro confusi e disperati tentativi di negare di essere vittima dei misteriosi sortilegi della demoniaca Consuelo,

contribuiscono a rendere ancora più inquietante l’atmosfera. Damiani sa dosare la tensione e l’atmosfera mortifera che aleggia nell’appartamento è rinforzata da piccoli particolari: la biblioteca in sfacelo, i gatti morti ritrovati periodicamente nel giardino, il corpo imbalsamato del marito di Consuelo messo a vista in una cappella sita all’interno dell’appartamento.

Un cast d’attori perfetto, con un Gian Maria Volontè da Oscar e una Rosanna Schiaffino, magnetica e sensuale. Dal romanzo Aura del messicano Carlos Fuentes. 

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.

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