I primi della lista di Roan Johnson – Italia – 2012– Durata

20 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
I primi della lista di Roan Johnson – Italia – 2012– Durata
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Renzo Lulli (Francesco Turbanti) e Fabio Gismondi (Paolo Cioni) due studenti pisani con velleità artistiche, si recano a casa di Pino Masi (Claudio Santamaria), autore della celebre “La ballata del Pinelli” e schierato politicamente con Lotta Continua. Mentre stanno provando il famoso brano, Masi riceve la visita di un compagno che, in gran segreto, gli confida che il colpo di Stato è nell’aria. Masi va nel panico e convince il timido Lulli e lo spaesato Gismondi che, in virtù delle loro frequentazioni con i gruppi extraparlamentari di sinistra, non resta loro che raggiungere al più presto la frontiera e chiedere come rifugiati politici, asilo a qualche stato straniero. Dopo alcuni colpi di scena i tre raggiungono il confine con l’Austria dove, colpevoli di “sconfinamento”, sono arrestati. Sul finale i tre dovranno arrendersi all’evidenza; in Italia non è avvenuto nessun colpo di Stato.

On the road spassoso e divertente che mette in campo Lulli e Gismondi, due teneri e disarmanti compagni che, non masticando molto di politica, finiscono per dare ascolto al “rivoluzionario” Masi, fermamente convinto che poliziotti e militari stanno dando loro la caccia. Il film inanella una serie di banali equivoci che, letti in maniera paranoica da Masi, sembrano confermare la sua tesi dell’imminente colpo di Stato. La vicenda, tratta da una storia realmente accaduta ed ambientata nel giugno del 1970, è preceduta dai titoli di testa che descrivono il clima di grande incertezza che si viveva in quegli anni in Italia (il tentativo del golpe del generale dei carabinieri De Lorenzo nel 67, i numerosi scontri tra manifestanti e polizia, la strage di Piazza Fontana con la morte di Pinelli)  riporta nei titoli di coda il tentato golpe di Valerio Borghese (avvenuto nel dicembre dello stesso anno e bloccato all’ultimo momento). Con quest’ultima gustosa annotazione il regista lascia così intendere che la lettura persecutoria ed allarmista di Masi non era poi così lontana dalla realtà.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi