Due ragazze, Linda (Clara Pastor) e Patty (Talia Pauli) assistono in una sala cinematografica alla proiezione di un film dell’orrore, il cui protagonista è un certo Johnny (Michael Lerner), un infermiere grassoccio e complessato che lavora nello studio di un affermato oculista. L’uomo è vittima della madre Alice Pressman (Zelda Rubinstein), una donna cinica e sanguinaria che, dopo averlo ipnotizzato, gli ordina di uccidere una coppia, colpevole di aver espresso dei giudizi poco lusinghieri sul suo operato professionale. Uno spettatore (Angel Jovè) si identifica talmente con il protagonista della pellicola e, mentre scorrono sullo schermo le immagini del film, stermina la cassiera, la ragazza del bar, la maschera del cinema e prende, infine, in ostaggio Patty. Il maniaco omicida è freddato dall’intervento della polizia e nel finale, finzione e realtà si confondono; Johnny dopo aver eliminato Linda è sul punto di uccidere Patty .
Al regista non basta proporre un “film nel film” per rendere affascinante una pellicola abbastanza modesta e farraginosa. In questo horror di bassa fattura (che si apre con una scena, in perfetto stile gore, che riprende, in diretta, un’operazione agli occhi) l’unico personaggio che intriga ed inquieta è la perfida e cinica Alice che per soddisfare i propri istinti sadici e vendicativi, ipnotizza il povero John e, dopo averlo ridotto ad un automa con lo sguardo perso nel vuoto, gli ordina di eliminare le persone che l’hanno offesa o ferita. Luna affastella la vicenda con troppi colpi di scena ed il personaggio dello spettatore assassino si sovrappone, confusamente, a quello di Johnny. Piccola citazione a Gli uccelli di Hitchcok.
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