L’antidoto (L’antidote) di Vincent de Brus – Francia – 2005 – Durata 107’

24 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
L’antidoto (L’antidote) di Vincent de Brus –  Francia – 2005 – Durata 107’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Jacques-Alain Marty (Christian Clavier), un uomo d’affari di successo, soprannominato “lo squalo”, dirige la Vladis, un’azienda con trecentoottantamila operai, e sta puntando, in gran segreto, a consolidare il proprio gruppo con l’acquisizione di un’altra importante società. Il suo morale è alle stelle ma, quando è in pubblico ed è intervistato in televisione, è sommerso da una strana balbuzie che gli impedisce di avere un eloquio fluente e lo spinge a pronunciare parole diverse da quelle che vorrebbe esprimere. In crisi, si rivolge ad uno psicoanalista, il dottor Monry (Thierry Lhermitte) che gli suggerisce, come cura, di trovare un antidoto che possa aiutarlo a superare il trauma infantile di cui è affetto. Marty è nel panico e continua a farfugliare goffamente ma, nel corso di una riunione d’affari, s’imbatte in André Morin (Jacques Villeret), un piccolo azionista della Vladis, impiegato come ragioniere in una modesta fabbrica di giocattoli e si accorge che al suo fianco smette di balbettare. Marty decide di assumerlo e gli chiede di essere al suo fianco ventiquattro ore su ventiquattro. Dopo una serie di colpi di scena, grazie al fido Morin, Marty riesce a battere Steven Brickman (Ken Samuels), il suo acerrimo concorrente. Sul finale Marty scopre che Morin funzionava come antidoto perchè assomigliava ad un orsacchiotto che aveva perduto dell’infanzia.

Opera prima di Vincent de Brus, divertente e scanzonata, che ironizza sulla vulnerabilità e fragilità emotiva dei capitani d’industria. E se il protagonista di Oltre il giardino proponeva degli ingenui parallelismi tra giardinaggio ed alta finanza, il tenero Morin non fa altro che fare delle continui allusioni tra la pesca e gli uomini d’affari.  Anche se il regista contrappone in maniera un po’ convenzionale il tenero ed ingenuo Morin al cinico e spietato Marty, il film è nel complesso piacevole e godibile, il ritmo è frizzante e le scene dei blocchi psicologici di Marty sono uno spasso.

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