Il diavolo nel cervello di Sergio Sollima – Italia – 1973 – Durata 106’ – V.M 14

24 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Il diavolo nel cervello di Sergio Sollima – Italia – 1973 –   Durata 106’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Sandra (Stefania Sandrelli), figlia della contessa Claudia Osio De Blanc (Micheline Presle), è sposata con Fabrizio (Maurice Ronet), un dongiovanni senza scrupoli che la tradisce continuamente ed attinge, giorno dopo giorno, al suo cospicuo patrimonio familiare. Dalla loro unione è nato il piccolo Ricky (Renato Cestiè), un bambino sensibile ed introverso, divorato da un fortissimo senso della giustizia. Un giorno Ricky è trovato con una pistola in mano accanto al cadavere del padre. Per lo shock, Sandra, regredisce ad uno stato infantile e, per evitare lo scandalo, la contessa la costringe a non uscire più dalla villa e rinchiude Ricky in una struttura per bambini mentalmente disturbati. Oscar (Keir Dullea), un ex spasimante di Sandra, inizia a ronzare intorno alla villa dei De Blanc e prova a scuotere dal torpore la sua ex fiamma. Nel concitato finale, grazie al dottor Emilio Bontempi (Tino Buazzelli), un medico con la stoffa da detective, l’insospettabile assassino è smascherato e Sandra, catarticamente, ritrova se stessa.

Sollima si firma Simon Sterling e dirige una pellicola che, nonostante il buon cast di attori e la collaborazione di Suso Cecchi D’Amico in sede di sceneggiatura, passò al tempo completamente inosservato. Come in ogni giallo che si rispetti, il regista prova a comporre un’intrigante tessitura narrativa e punta tutto sulla figura di Sandra, una creatura fragile e quasi sognante, traumatizzata dopo la tragica morte del marito, che s’aggira sullo schermo dimentica di avere un figlio, di essersi sposata e di essere stata la fidanzata di Oscar. Con lo sguardo evanescente e perso nel vuoto, Sandra trascorre le giornate disegnando solo dei cerchi neri su dei fogli bianchi, ascoltando le fiabe e vestendo come una bambola. Fabrizio è descritto come una creatura sinistra che prova a far impazzire la moglie bruciando le sue foto ed i suoi vestiti e simula poi l’uccisione di un presunto ladro in giardino, per far ricadere le colpe sul piccolo Ricky, un bambino convinto di essere così cattivo da autopunirsi e da credere di dover meritare solo castighi. Il regista mantiene alta la tensione e nonostante il finale un po’ macchinoso confeziona un giallo condito non dai soliti inseguimenti e scazzottate ma da qualche venatura psicoanalitica. Imbarazzante l’interpretazione di Stefania Sandrelli, assolutamente fuori ruolo. Nel cast Gaia Germani, nei panni di Bianca, una donna che Fabrizio voleva sposare ed Orchidea De Santis in quelli di Caterina una cameriera al servizio dei De Blanc ed ex amante di Fabrizio. Pomposa la colonna sonora di Ennio Morrriconi, diretta dal maestro Bruno Nicolai

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