L’uomo spezzato di Stefano Calvagna – Italia – 2005 – Durata 90’

24 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
L’uomo spezzato di Stefano Calvagna – Italia – 2005 – Durata 90’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Stefano Malavasi (Stefano Calvagna), maestro trentacinquenne di un liceo artistico, é alle prese con la solita classe di alunni disattenti e svogliati. Tra le studentesse spicca per personalità e temperamento Laura (Federica Sbrenna), una ragazzina di quattordici anni, fin troppo sveglia e maliziosa che s’innamora di lui e quando vede comparire all’orizzonte Anna (Valentina Pace), un’insegnante di educazione fisica, per vendetta,  accusa Stefano di molestie sessuali.  Lui prova a difendersi ed a dichiararsi innocente, ma nessuno gli crede. I giornali ed i mass media lo linciano impietosamente, il preside (Ivo Garrani) ed i suoi colleghi, lo mettono all’indice, Silvia, sua moglie, ritorna dalla madre con il loro figlio, il piccolo Lorenzo. A Stefano non resta che tapparsi in casa ed assumere psicofarmaci. L’unica che lo sostiene e gli è accanto è Anna e, quando la verità sale a galla, il professore è riabilitato. Nell’ultima scena è in un parco giochi con il figlio ma non appena gli altri genitori lo riconoscono portano via, alla chetichella, i loro pargoletti.

Film dal taglio televisivo, onesto, ma disarmante per la sua ingenua semplicità. Più che approfondire un tema difficile e spinoso come quello della pedofilia, il regista gioca sul sicuro lanciando l’ennesimo atto d’accusa contro i mass media ed un certo tipo di  giornalismo spettacolo che sbatte il mostro in prima pagina. Troppo banale la motivazione che avrebbe spinto Laura a denunciare il professore; dallo scandalo pensa di poter ricavare un po’ di pubblicità ed essere invitata in qualche talk show in televisione. Non mancano un pizzico di moralismo e un attacco all’istituzione famiglia. Come copione, il povero Stefano è subissato da telefonate anonime, insultato e pestato a sangue dal patrigno di Laura. Anna, dal suo canto trova l’auto imbrattata con lo spray, con una scritta: “Amica dei pedofili”.  Il regista nobilita il film con una citazione ne titoli di coda di Jorge Luis Borges: “Stampando una notizia a grandi lettere la gente pensa che sia vera”. Ispirato alla vicenda del professore di Camerino accusato di molestie da un’allieva.

 

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