L’altra faccia dell’amore (The music lovers ) di Ken Russell – G.B – 1971- Durata 126’

27 Febbraio 2022 | Di Ignazio Senatore
L’altra faccia dell’amore (The music lovers ) di Ken Russell – G.B – 1971- Durata 126’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Piotr Ilic Čajkovskij (Richard Chamberlain) è uno dei maestri del Conservatorio di Mosca, diretto dal maestro Nicholas Rubinstein (Max Adrian). Tra i due non corre buon sangue e quando Piotr esegue per i membri della “Società di musica” una sua composizione, Rubistein lo critica aspramente.

Ma in sala c’è Madame Nedeshda Von Meck (Isabella Telezynska), che, rapita dalle note del musicista, per garantirgli la possibilità di poter comporre senza l’affanno dell’assillo economico, si offre, di concedergli un vitalizio, a patto di non incontrarlo mai e di rimanere in contatto epistolare con lui.

Piotr sembra rinfrancato, e realizza alcune composizioni che gli regalano una certa popolarità. Pur avendo intessuto per anni una relazione con il conte Anton Chiluvsk (Christopher Gable), per guadagnare la rispettabilità sociale, sposa, celando la propria omosessualità, Nina Milyukova (Glenda Jackson), sua fervente ammiratrice.

Piotr compone “Il lago dei cigni”, la sua popolarità schizza alle stelle, ma, sentendosi braccato dal matrimonio, precipita in uno stato di profonda apatia e smette di comporre. Nina, non tollerando oltremodo che il marito la tratti come una sorella, per ripicca, va a letto con altri musicisti e notabili della città. Piotr si rifugia in una dimora messa a disposizione da Madame Von Meck e riprende a comporre. Ma in breve tempo Nina crolla psicologicamente e la mente di Piotr vacilla sempre più…

Dopo numerose regie, realizzate per la BBC, sui grandi compositori (Bartok, Debussy, Strauss) il fiammeggiante Ken Russell (I diavoli, Tommy, Stati d’allucinazione, China Blue e dei successivi “musicali” La perdizione, Tommy e Lisztomania), regista “gotico”, amante degli scandali e degli eccessi, impagina un biopic, liberamente ispirato al romanzo “Beloved friend” di C.D. Bowen e B. Von Meck.

Venandole con uno struggente e idealizzato romanticismo Russell narra tre storie d’amore disperate, negate ed infelici; Piotr, divorato dai propri demoni, prova a cancellare dalla propria mente la pregressa relazione con il conte Chiluvsk; Nina, cerca di ribellarsi all’idea del “matrimonio bianco” imposto dal marito e Madame Von Meck, mecenate illuminata, quando scopre che il musicista ha avuto una storia con il conte Chiluvsk, delusa, tronca ogni rapporto con lui.

La pellicola, che si sarebbe giovato di un robusto taglio in fase di montaggio, precipita nel finale nel dramma più cupo e raggiunge il punto più doloroso con le scene di Nina, ormai completamente impazzita, reclusa in manicomio.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana

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