Olga (Helene de Fougerolles), bella ed affascinante, ama vestirsi con delle gonne vertiginose ed è in cura da Michel Durand (Jean Hughes Anglade), un giovane psicoanalista.
Cleptomane incallita, in seduta, racconta il piacere e l’eccitazione che prova nel rubare nei negozi di lusso e accenna alla relazione perversa che ha con il marito Max Kubler (Yves Rénier), un uomo ricco e molto conosciuto in città, che ama picchiarla e riempirla di lividi.
Mentre gli narra delle violenze subite, Durand, sempre più turbato, entra in uno stato alterato di coscienza e sogna di picchiarla.
Al risveglio scopre che la paziente è morta, strangolata. Convinto di essere l’autore del delitto, è spinto ad auto- denunciarsi al commissario Chapireau (Denis Podalvdés), suo vecchio amico ma poi ci ripensa e racconta al dottor Armand Zibovic (Robert Hirsch) quanto gli è capitato.
L’anziano psicoanalista non sembra molto turbato dal racconto e lo liquida con un paio di frasi di circostanza.
Durand si sbarazza del cadavere di Olga e, sul finale, il dottor Zibovic, prima di suicidarsi, gli svela degli inquietanti retroscena su Olga e Max.
La pellicola, diretta da uno dei registi più irregolari della storia del cinema, seppur diseguale ed irrisolta, affascina ed intriga.
Beinex non ama le narrazioni lineari e, nel suo continuo oscillare tra sogno e realtà, conduce lo spettatore in un regime di credenza dove le immagini che sfilano sullo schermo sembrano essere solo il frutto delle fantasticherie del nevrotico e insicuro protagonista, uno psicoanalista che assume Lexotan, tormentato dalla scena primaria (da bambino ha scoperto i genitori cha amoreggiavano a letto) e segretamente innamorato di Olga al punto che, interrogato dal commissario Chapireau, per non farla incastrare, testimonia il falso.
Non mancano le incursioni nel macabro (un necrofilo che a tutti i costi vuole fare l’amore con il cadavere di Olga), nella black comedy (un braccio del cadavere di Olga sbuca ogni tanto da sotto il lettino mentre Durand è in seduta con una paziente) e qualche scena che rimanda agli snuff-movie.
Dal corteo di personaggi che sfilano nella vicenda spiccano Erostate (Miki Manoilovic), un piromane, ricoverato quattro anni in manicomio, che ha passato la vita a incendiare una montagna di banconote vinta ad una lotteria ed Helene, una paziente che va a letto con Durand.
Beinex lastrica il film di citazioni colte e fa un chiaro riferimento al caso de L’uomo dei lupi di Freud.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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