Napoli, anni ‘80. Il calciatore professionista Antonio Pisapia (Andrea Renzi) ha un omonimo, il cantante (Toni Servillo), detto Tony. Il campionato è agli sgoccioli ed alcuni compagni di squadra propongono a Pisapia di vendere una partita per assicurarsi un bel gruzzoletto. Pisapia non ci sta, ed un compagno di squadra, per vendetta, durante un allenamento, gli rovina addosso e gli rompe una gamba, stroncandogli la carriera. Dopo aver preso il patentino d’allenatore a Coverciano, Pisapia trascorre le giornate a mettere a punto tattiche di gioco che possano essere innovative. Ma nessuna squadra lo chiama ad allenare e Monica (Stefania Barca), la moglie, dopo averlo spinto, invano, a trovare un lavoro, lo abbandona. Per sbarcare il lunario Pisapia decide di fare l’assicuratore, ma la sua smania di allenare lo divorerà.
Sorrentino, futuro Premio Oscar, all’esordio dietro la macchina da presa, grazie ad un montaggio alternato, ci narra le vicende di due protagonisti, caratterialmente agli antipodi; estroverso, trasgressivo, irruento, egocentrico l’Antonio Pisapia, interpretato da Toni Servillo; imploso, sfiduciato e depresso, il calciatore a cui dà vita magistralmente Andrea Renzi.
Sorrentino adotta dei dialoghi duri e diretti e li infarcisce, spesso, con delle espressioni volgari e gergali, al fine di rendere più aspre, ruvide e dolenti le figure dei personaggi che si alternano nella vicenda. Lontano mille miglia da enfasi e luoghi comuni, il regista napoletano, in maniera asciutta e senza fronzoli ci mostra dei calciatori, disposti a vendersi l’anima per il Dio denaro e dei personaggi concreti e navigati come il Molosso ed il Presidente, che riescono a mantenersi a galla, perché hanno compreso le regole non scritte che governano lo spietato mondo del calcio. All’onesto e sognatore Pisapia (personaggio ispirato all’ex capitano della Roma Agostino De Bartolomei), incapace di calarsi nella dura realtà pallonara, non resta che agognare, invano, una panchina e sognare di mettere a punto un modulo tattico che rivoluzioni il gioco del calcio. Il suo equilibrio psicologico, però, già fragile, non reggerà agli urti della vita. Nei titoli di testa la frase di Edison do Nascimento, detto Pelè “Il pareggio non esiste.”
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.
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