Il matrimonio di Rosa di Iciar Bollain – Spagna – 2020 – Durata 97′

19 Novembre 2022 | Di Ignazio Senatore

Valencia. Rosa (Candela Peña), apprezzata costumista quarantacinquenne, disponibile e generosa, fidanzata con un uomo che non vede quasi mai, si è sempre caricata dei problemi di tutte le persone che la circondano.

Il padre, vedovo da due anni, si è trasferito da lei; il fratello (Sergi López) e la sorella Violeta (Nathalie Poza) se ne lavano le mani, e la figlia Lidia, madre di due gemellini, ha mollato tutto e sta per andare a vivere da lei.

Per dare una svolta alla propria vita, Rosa decide su due piedi di riaprire il piccolo negozietto di sartoria della madre a Benicasim e di invitare solo pochi intimi al suo matrimonio.

Il fratello, intanto, in crisi con la moglie, sta pensando di vendere il negozio per intascare dei quattrini da investire nella sua attività; Violeta, che ha da sempre un debole per l’alcol, ha la testa tra le nuvole anche perché è stata appena licenziata,

In questo universo dove nessuno ascolta nessuno, Rosa prova a comunicare ai familiari che il suo matrimonio sarà molto speciale. In un susseguirsi di colpi di scena, il papà invita le zie che vivono in un’altra città; il fratello allerta il sindaco del paese, che gli garantisce la banda municipale.

Il giorno del matrimonio Rosa, spiazzando tutti, e tra lo sconcerto generale, comunica ai presenti che sposerà se stessa.

Bollain, regista dell’indimenticabile Ti do i miei occhi, interpretato dalla stessa Peña, mette al centro della vicenda una donna che, “sposandosi”, decide finalmente di prendersi cura di sé.

La regista, che ha scritto la sceneggiatura a quattro mani con Alicia Luna, ha raccontato di aver scoperto, per caso, la “soligamia”, il matrimonio in solitaria, fenomeno partito in Giappone e diffuso poi in tutto il mondo. Una scelta che risponde al bisogno del singolo di aumentare la propria autostima e di “impegnarsi” con sé stessi, promettendosi di rispettarsi e amarsi.

In questa commedia corale, ironica e schioppettate, che non scivola mai nel ridicolo, la regista impagina un vero e proprio inno alla libertà individuale, un incitamento a prendere in mano le redini della propria vita, a rispettare e a amare innanzitutto se stessi e a non lasciarsi piegare dalle richieste incessanti e insistenti di amici e  familiari.

Il film è garbato e diretto con passo felpato. Le trovate non mancano, le scene del singolare matrimonio della protagonista esilaranti e gli attori sono travolgenti.

 

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