Martina (Asia Argento), undicenne, dopo la morte della madre in un incidente d’auto, vive da sola con il padre (Daniel Olbrychski), guardiano notturno dello Zoo di Roma, un uomo che dopo la morte della moglie, p diventato sempre più chiuso ed imploso in se stesso. Martina, sempre più sola, gironzola tutto il giorno per i viali dello zoo e sogna che un giorno gli animali possano finalmente conquistare la libertà. Dei rumori sospetti la guidano verso una gabbia, dove è nascosto Ratt (Marco Parente), un giovane slavo quattordicenne, venduto dal padre ad un gruppo di zingari e costretto a chiedere l’elemosina. I due ragazzi diventano amici e sono sempre più attratti da Bania, un’elefantessa, che aveva sempre cercato di scappare, reclusa in un locale isolato e accudita da un anziano guardiano (Louis Ducreux). Il padre di Martina s’imbatti in Ratt e chiama la polizia che, però, non riesce a trovarlo. Ratt e Martina allora….
In questa deludente favola metropolitana, Comencini, all’esordio, puntando alle strizzate di cuore, mette in campo due ragazzini alla ricerca di un po’ d’affetto. In questo film, che non ha né il passo del film televisivo, né tantomeno quello del grande schermo, Comencini fa grande uso della voce off della piccola protagonista e tappezza la pellicola di una zuccherosa e stucchevole colonna sonora. Asia Argento (con gli occhiali) è di una tenerezza infinita ma i dialoghi sono scialbi e il finale romantico e ottimistico non sta in piedi. Girato nello zoo di Roma.
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