“Sto’ aspettando ‘e sbaglia’ ‘o secondo film … no è perché tutti quanti dicono ‘o sicondo film è difficile, statte accorto ca ‘o sbaglie. Allora io me levo ‘o pensiero, ‘o sbaglio e faccio subito ‘o terzo film.” Questa esilarante battuta dell’indimenticato Massimo Troisi, sembra calzare perfettamente per l’opera seconda di Ciro D’Emilio. Il regista romano dirige, infatti, compie un passo indietro rispetto al pregevole Un giorno all’improvviso e dirige un film senza respiro la cui trama ruota intorno a Bernardo Bordin (Guido Caprino), chef talentuoso, una passione per i rally, arrestato ingiustamente con l’accusa di aver partecipato a una rapina e recluso un anno in galera, Nella prima parte di Per niente al mondo, D’Emilio alterna la frenetica vita di Bernardo, prima dell’arresto, a quella immobile in cella. Poi lo script s’arena e il dramma del protagonista, che cerca di risalire la china, è declinato in maniera fredda e convenzionale. Incomprensibile la scelta di regalare a Caprino, attore siciliano, un accento del nord est. Nel cast Boris Isakovic.
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