In un remoto villaggio della Turchia, a mille chilometri da Istanbul, all’inizio della stagione estiva, Lale (Günes Nezihe Sensoy) e le quattro sorelle maggiori Nur (Doga Zeynep Doguslu), Ece (Elit Iscan), Sonay (Ilayda Akdogan) e Selma (Tugba Sunguroglu), orfane di entrambi i genitori, mentre tornano a casa da scuola, festeggiano a mare la fine dell’anno scolastico con un gruppo di ragazzi.
Per divertirsi, completamente vestite, salgono a cavalcioni sulle spalle dei maschietti e giocano a gettare in acqua l’avversaria. Un’anziana del luogo vede la scena e in un attimo le ragazze sono sulla bocca di tutti, accusate di aver avuto un comportamento osceno e scandaloso.
Lo zio, dispotico e violento, va su tutte le furie e a nulla servono le parole della nonna (Nihal Koldas) che cerca di ridimensionare l’accaduto. Deciso a difendere il proprio onore, lo zio delle ragazze, dopo aver imposto loro una visita ginecologica per appurare se sono ancora vergini, le rinchiude in casa e affida alla nonna il compito di trasformarle in perfette casalinghe e insegnare loro a cucinare i piatti tipici turchi, a cucire, a fare il bucato, così da essere pronte ad accettare dei matrimoni combinati che restituirebbero alla famiglia l’onorabilità perduta.
Alle ragazze sono proibiti i divertimenti, le uscite con le amiche e la frequenza scolastica ma, indomite e ribelli, in barba ai divieti si aggregano alle altre ragazze del villaggio e vanno a vedere una partita di calcio allo stadio.
Per proibire loro altri “colpi di testa”, lo zio allora ordina di mettere dei cancelli alle finestre e del filo spinato intorno al giardino, Il loro destino è già segnato. Selma é data in sposa a un ragazzo, ma dopo aver fatto l’amore con il marito la prima notte di nozze, il lenzuolo è ancora immacolato e allora è costretta a subire un’umiliante visita ginecologica che conferma la sua verginità.
A essere promessa sposa è poi Ece, la più fragile di tutte che, dopo l’ennesima sfuriata dello zio, si suicida. E’ la volta poi di Nur, ma lei si rifiuta di sposare un ragazzo che non ama e con la complicità di Lale, dopo essersi barricate in casa, di notte fuggono con l’auto e, grazie all’aiuto del dolce Yasin (Burak Yigit)…..
All’esordio, la regista turca, macchina a mano, impagina una pellicola toccante che squarcia il velo sulle ataviche condizioni nelle quali versano ancora oggi le giovani ragazze turche. Il tono, nella prima parte del film, è quello ironico, festoso e leggero tipico della commedia ma, dal suicidio di Ece in poi, la vicenda cambia passo e diventa drammatica e soffocante.
In questo film, accompagnato dai commenti della voce narrante di Lale non c’è spazio per la felicità. L’unica che riuscirà a coronare il suo sogno d’amore è Sonay, ma le altre sorelle più piccole, dopo aver provato ad aggirare i divieti a loro imposti, come recita il titolo del film, libere come i cavalli selvatici, sceglieranno la ribellione e la fuga.
Non mancano delle crepe nello script e l’idea di adultizzare eccessivamente la piccola Lale e affidare a lei il maggior impeto di ribellione, è fin troppo forzata. Candidato all’Oscar come miglior film straniero.
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.