Roma. La diciottenne Giulia (Sara Serraiocco), studentessa di un Istituto Tecnico, vive con il padre (Marco Leonardi), la madre (Stefania Montorsi) e Simona, la sorella minore. Membro di una congregazione di Testimone di Geova, trascorre il tempo libero dedicandosi al proselitismo e a frequentare le adunanze.
S’imbatte in Libero (Michele Riondino), un ragazzo che ha appena scontato un anno e due mesi di carcere per spaccio, e spinge per farlo assumere come operaio nella fabbrica di famiglia dove lei lavora come ragioniera.
I due s’innamorano, ma lui non è un testimone di Geova, è “un ragazzo del mondo”.
Se continua a frequentarlo, diverrebbe “disassociata” e nessun Testimone di Geova le rivolgerebbe più la parola e verrebbe estromessa dalle attività religiose.
Giulia è un portento a scuola e, spinta dalla sua professoressa (Lucia Mascino), vince i Giochi di Pitagora, una prestigiosa competizione di matematica di livello nazionale.
Conseguito il diploma, vorrebbe iscriversi all’università ma il padre e la madre sono contrari perché, secondo loro, non avrebbe più tempo per predicare.
Simona scopre che Giulia è con Libero e ne parla ai genitori. Pur essendo ancora vergine, Giulia è sottoposta ad un umiliante processo da parte di una commissione composta da due membri e da Giacomo (Pippo Delbono), l’anziano della congregazione.
Libero fugge con lei e chiede aiuto a un amico che gli presta casa ma, in cambio dell’affitto, gli chiede di spacciare.
Divenuta “una ragazza del mondo”, Giulia è “disassociata” e Libero, per non farsi incastrare dalla polizia, è costretto a gettare nel wc una discreta quantità di coca.
Per recuperare la somma che Libero deve restituire ai malavitosi, Giulia inizia a spacciare ma…..
Con questo folgorante film d’esordio il regista di Tivoli sceglie una regia asciutta ed essenziale e affronta con rispetto, originalità e coraggio l’inedito (al cinema) universo dei Testimoni di Geova.
Al centro della storia due giovani inquieti, completamente diversi, ma egualmente “dannati”. Giulia è una ragazzina allevata con rigide regole e con il credo assolutista che tutti “i ragazzi del mondo”, siano da considerare dei peccatori che non vivono nella “verità”.
Libero, (nome certamente non scelto a caso dal regista e dallo sceneggiatore Antonio Manca) é un ragazzo spiantato, ma buono d’animo, che ha preso dalla vita solo calci in faccia e accumulato esperienze sbagliate.
Giulia vorrebbe tracciare in autonomia il proprio futuro, ma si è sempre imbattuta in persone che le hanno detto cosa fosse giusto o sbagliato, impedendole, di fatto, di scegliere, crescere e accumulare esperienza.
Vittima di un universo religioso soffocante, castrante e in odore di fanatismo, dopo che la sua storia con Libero viene a galla, è costretta a rispondere alle domande che le vengono formulate dai membri della sua comunità religiosa, così intime e personali (e che riguardano essenzialmente la natura del suo rapporto sessuale con Libero), che sembrano prese a prestito dalla Santa Inquisizione.
L’happy end lascia aperta la porta alla speranza e rimarca ancor di più il grado di consapevolezza raggiunta dalla protagonista che, dopo essersi lasciata alle spalle catene e condizionamenti, si emancipa e conquista la libertà.
David di Donatello a Marco Danieli come miglior regista esordiente. Candidato ai Nastri d’argento miglior regista esordiente (Marco Danieli) e miglior attore protagonista (Michele Riondino).
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